Mar
25/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30
Love ‘Em and Weep / Do Detectives Think? / The Battle of the Century
Neil Brand.
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LOVE ‘EM AND WEEP
Scheda Film
Più che un Laurel & Hardy, è un Laurel & Finlayson. E obiettivamente a Finlayson non si può non volere bene. Oliver fa la figura di contorno, bello pacioccone con la riga in mezzo, baffoni e occhialetti, infilato in una cena un po’ per caso. La coppia Laurel & Hardy, insomma, sembra ancora alla ricerca di una dinamica ben oliata, tanto che la pubblicità di alcuni dei loro primi film dava a Finlayson uguale preminenza, come se si trattasse di un trio. I titoli di testa, in questo caso, ribaltano comunque le gerarchie piazzando in testa Mae Busch, che in effetti sfoggia un piglio bisbetico adorabile. Il suo ingaggio era in linea con la strategia di Hal Roach, alla ricerca di un sovrappiù di prestigio con l’ingaggio di star sulla via del declino. Non quanto Finlayson (che affiancherà Stan e Laurel in trentatré film), ma anche lei si rivelerà una presenza fondamentale nel percorso del duo, sovente nei panni della moglie di Ollie. Qui è la vecchia fiamma di un riccone di discutibile avvenenza (Finlayson, appunto) che riappare all’improvviso minacciando di far esplodere la rispettabile facciata dell’accasamento matrimoniale. A Stan, che passa per un dongiovanni, l’ingrato compito di tenerla a bada. Nel 1931 ne verrà fatto un remake (Chickens Come Home), con rimescolamento di carte: Hardy al posto di Finlayson, Finlayson mandato a fare il maggiordomo, Mae Busch intoccabile nel ruolo che le compete.
Andrea Meneghelli
Cast and Credits
Sog.: Hal Roach, Fred Guiol, Stan Laurel. F.: Floyd Jackman. M.: Richard Currier. Int.: Mae Busch (Peaches), Stan Laurel (Romaine Ricketts), James Finlayson (Titus Tillsbury), Oliver Hardy (giudice Chigger), Charlotte Mineau (Aggie Tillsbury), Vivien Oakland (signora Ricketts). Prod.: Hal Roach per Hal Roach Studios. DCP. D.: 22’. Bn e Col.
DO DETECTIVES THINK?
Scheda Film
Laurel & Hardy faranno grandi cose nei territori del gotico e del black humour. A partire da qui. Il giudice Finlayson (who else?) condanna un bestione dai denti orridi per omicidio plurimo di cinesi. Il manigoldo evade giurando vendetta. Il delicato incarico di difendere il giudice è affidato ai detective Stan e Oliver, introdotti da primi piani tosti che sono già una parodia. Ovviamente sono fifoni impenitenti, e passando davanti al cimitero se la devono vedere con la paura delle proprie ombre. Ad ogni modo, il killer si finge nuovo maggiordomo e si aggira per la casa dell’uomo che lo ha condannato brandendo un coltellaccio. Non mancherà una scimitarra. E la parvenza di un corpo scorrazzante con la testa mozzata. Molto gustoso. A detta dell’enciclopedista Glenn Mitchell, qui per la prima volta i nostri eroi indossano gli abiti che storicamente più li contraddistinguono, comprese le bombette (all’epoca comunemente in testa ai detective veri). E a proposito di copricapi, sarebbe anche la prima manifestazione di coppia della cosiddetta hat-switching routine (cioè la gag in cui si scambiano i cappelli a ripetizione), a quanto pare un’invenzione di Leo McCarey.
Andrea Meneghelli
Cast and Credits
Sog., Scen.: Hal Roach. Int.: Stan Laurel (Ferdinand Finkleberry), Oliver Hardy (Sherlock Pinkham), James Finlayson (giudice Foozle), Noah Young (il delinquente), Viola Richard (signora Foozle). Prod.: Hal Roach per Hal Roach Studios. DCP. D.: 21’. Bn.
THE BATTLE OF THE CENTURY
Scheda Film
Credo che i film sul pugilato, comici o non comici, siano tutti belli. Data la premessa, la prima parte di The Battle of the Century funziona per predestinazione. Stan, messo sul ring ad affrontare un prevedibile schiacciasassi, si rivela ottimo incassatore, a modo suo: becca una randellata e si rifugia nel mondo dei sogni. La seconda parte predispone un altro ring (una strada urbana vivacemente frequentata) e allarga il combattimento a una comunità che via via si arricchisce di un numero crescente di partecipanti, tutti calamitati dall’implacabile necessità del caos. L’arma? Le torte in faccia. All’epoca l’espediente sembrava già trito. L’idea fu quella di gonfiarlo fino al parossismo, per arrivare al “pie picture to end all pie pictures”. Non è chiaro chi le abbia contate, ma si tramanda che sul set girassero qualcosa come quattromila torte. Circa il risultato, Henri Miller non ha dubbi: “Capolavoro”. Per gli amanti delle notarelle: lo spunto pugilistico pare ispirato all’incontro tra Gene Tunney e Jack Dempsey del 22 settembre 1927, passato alla storia come “The Battle of the Long Count”. Tunney finì al tappeto, Dempsey bighellonò nei paraggi invece di starsene zitto e buono in un angolo, l’arbitro cominciò il conteggio con notevole ritardo, Tunney si rialzò e riportò a casa la cintura di campione.
Andrea Meneghelli
Cast and Credits
F.: George Stevens. M.: Richard Currier. Int.: Stan Laurel (Canvasback Clump), Oliver Hardy (il manager), Noah Young (Thunderclap Callahan), Eugene Pallette (assicuratore), Gene Morgan (speaker), Sam Lufkin (arbitro). Prod.: Hal Roach per Hal Roach Studios. DCP. D.: 18’. Bn.
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