Lun
24/06
Cinema Arlecchino > 18:30
L’ARMOIRE VOLANTE
Laure de Boissard (Pathé).
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
L’ARMOIRE VOLANTE
Scheda Film
Il regista, sceneggiatore, romanziere, saggista, disegnatore e giornalista Carlo Rim (1902-1989) così raccontò la genesi del film: “È una farsa macabra che mi è stata suggerita da un fatto di cronaca nera riportato dai giornali nelle cupe giornate del 1940. Durante l’esodo, una vecchia signora muore improvvisamente nell’automobile del nipote. Questi viene preso dal panico, nasconde il cadavere in un tappeto nell’attesa di potergli offrire una sepoltura più degna. Quindi si precipita per le strade affollate, con il suo carico funebre sul portabagagli. Una sera, sfinito dalla stanchezza, si ferma in un albergo per trascorrervi la notte. L’indomani scopre che la sua automobile è scomparsa!”.
Nel film il nipote diviene Alfred Puc, un esattore delle imposte che vive con la vecchia zia autoritaria, risoluta a recarsi da Parigi nella sua proprietà di Clermont-Ferrand a ritirare del mobilio, nonostante il gelo proibitivo di quella mattina. La zia muore durante il tragitto e i due trasportatori la nascondono in un armadio, ma il camion che lo trasporta viene rubato. Senza il cadavere e l’accertamento del decesso, Puc non può ereditare la fortuna della zia, quindi cerca disperatamente il mobile in un albergo malfamato, a un’asta, in un teatro che va a fuoco, fino a inseguirlo sulle acque di un fiume.
Animato da un originale e brillante humour nero, fotografato in un bellissimo bianco e nero da Nicolas Hayer, il film ha un crescendo surreale e onirico (la sequenza icastica in cui Puc entra in quasi tutte le camere dell’hotel durante la notte per aprire gli armadi). Intanto allinea una splendida galleria di caricature (Rim era anche disegnatore satirico) – la vecchia zia noncurante del gelo, il commissario inquietante, la portiera pettegola e sospettosa, la domestica dell’hotel sollecita a prostituirsi, i bigotti dell’esercito della salvezza, gli assassini dell’albergo – sottolineando soprattutto il cinismo, l’ipocrisia e l’indifferenza da cui non è immune lo stesso Puc, che insegue avidamente l’eredità. Fernandel, entusiasta del progetto, recita con trasporto drammatico ed è irresistibile. Probabile allusione al surrealismo: Gaston Modot, protagonista di L’Âge d’or, interpreta un ladro.
In Italia venne distribuito con cinque anni di ritardo dopo la censura delle battute più irriverenti.
Roberto Chiesi
Cast and Credits
Scen.: Carlo Rim. F.: Nicolas Hayer. M.: Henri Taverna. Scgf.: Emile Alex. Mus.: Georges Van Parys. Int.: Fernandel (Alfred Puc), Berthe Bovy (zia Léa Lobligeois), Germaine Kerjean (signora Couffignane), Antonin Berval (Grand-Charles), Albert Dinan (Petit-Louis), Yves Deniaud (Martinet, detto La Cosse), Annette Poivre (Mimi), Marcel Pérès (Fréjus), Henri Charrett (Caillol), Pauline Carton (signora Ovide). Prod.: Raymond Borderie per C.I.C.C. Compagnie Industrielle et Commerciale Cinématographique. DCP. D.: 96’.
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