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29/06
Cinema Jolly > 09:00
LA NOUBA DES FEMMES DU MONT CHENOUA
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Sottotitoli
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Modalità di ingresso
LA NOUBA DES FEMMES DU MONT CHENOUA
Scheda Film
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation’s World Cinema Project, FEPACI e UNESCO – in collaborazione con Cineteca di Bologna – a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.
Quando decise di esprimersi con una macchina da presa, Assia Djebar non scriveva romanzi da dieci anni. La conobbi alla cineteca d’Algeri, da lei frequentata assiduamente. Mi aveva confessato di ammirare soprattutto due registi-autori: Ingmar Bergman e Pier Paolo Pasolini. Nel 1976, dopo aver bussato invano ad altre porte, Assia Djebar si presentò alla RTA (radio-televisione algerina) per proporre la sceneggiatura di un film che intendeva girare in prima persona. All’epoca ero responsabile del reparto produzione.
In La Nouba l’occhio delle donne inventa uno spazio cinematografico, assimilando la visione monoculare dell’obiettivo della macchina da presa allo sguardo del solo occhio lasciato scoperto dal velo tradizionale (haik) che portavano le nostre madri. Molti pensano che La Nouba des femmes du Mont Chenoua sia, insieme a Nahla, il film più ricco di idee cinematografiche che il cinema algerino abbia mai prodotto. La regista interroga le donne sulla loro guerra di liberazione attraverso una sottile mescolanza di documenti d’archivio e di riproduzione dell’oralità femminile. Con i suoi cinque movimenti il film si struttura come una nuba, la suite che costituisce la base della musica colta arabo-andalusa. Assia Djebar era molto interessata alle ricerche svolte nel 1913 da Béla Bartók sulla musica popolare algerina. Avrebbe voluto girare un secondo film, “ma molto presto sorsero difficoltà. La Nouba fu complessivamente accolto male. La stampa ironizzò sul mio ‘femminismo’ nel film, contrario al realismo socialista propugnato all’epoca”. Poco tempo dopo mostrai il film a Carlo Lizzani, appena nominato direttore della Mostra del Cinema di Venezia, che lo selezionò per il concorso ufficiale. Andammo insieme al festival i primi giorni di settembre del 1979 e, di fronte a un pubblico italiano entusiasta, il film vinse il premio della critica, l’unico assegnato quell’anno dai giornalisti. Il giorno dopo la proiezione Assia Djebar mi scrisse: “Devo ammettere che questo riconoscimento che non mi aspettavo mi ha scaldato il cuore. Soprattutto dopo questo lungo anno di ‘contestazione’ algerina riguardo al film. Lo sento come un risarcimento dopo quello che è successo al Festival di Cartagine. Ce lo siamo meritato”.
Ahmed Bejaoui
Cast and Credits
Scen.: Assia Djebbar. F.: Ahmed Sedjane, Cherif Abboun. M.: Nicole Schlemmer, Areski Haddadi. Int.: Zohra Sahraoui, Aïcha Medeljar, Fatma Serhan, Kheira Amrane, Fatma Oudai, Khedija Lekhal, Noweir Sawsan. Prod.: Ahmed Sedjane, Cherif Abboun, Hamni Farid per Radio Télévision Algérienne. DCP.: 115’. Col.
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