Éric Rohmer. Primi lavori in 16MM

All’inizio degli anni Cinquanta Éric Rohmer fu il primo esponente della nouvelle vague a girare cortometraggi, ma la sua carriera professionale di regista decollò solo una decina d’anni più tardi. Il suo primo lungometraggio, Il segno del leone, girato nel 1959, uscì solo nel 1962 e si rivelò un insuccesso al botteghino. Ciononostante, nel 1962 lui e Barbet Schroeder fondarono la casa di produzione Les Films du Losange. Il primo film di Rohmer per la nuova società fu il mediometraggio La Boulangère de Monceau, incantevole ritratto della vita di un giovane e delle sue avventure amorose per le strade di Parigi. Due anni dopo un film ancora più breve, Nadja à Paris, segue un percorso simile: Nadja, una studentessa straniera, passeggia per la città alla ricerca di avventure con fare intrigante e sicuro di sé. È una ragazza che sa quel che vuole. Dalla prospettiva odierna,  i due film affascinano per il loro stile quasi documentaristico, che cattura in maniera incantevole la vita nelle strade di Parigi, e ci dimostrano che gli anni Sessanta e il loro stile di vita sono molto più storicizzati di quanto si creda.

Karl Wratschko

Per Éric Rohmer girare un film in 16mm è quasi una rivendicazione, e nel corso della sua carriera il regista tornerà più volte a questa modalità di ripresa che gli permette di affermare un’estetica dell’economia e una grande libertà. Le due copie, in pellicola invertibile, risalgono al 1965 e sono di notevole qualità: si tratta di copie originali, stampate senza controtipo 35mm, e quindi sono il più vicino possibile al negativo camera. Negli anni Sessanta era possibile girare in 16mm ma bisognava ‘gonfiare’ i film a 35mm per poterli sfruttare dal punto di vista commerciale nelle sale cinematografiche. Le stampe in 16mm erano riservate soprattutto ai cineclub, che Rohmer frequentava e animava.
Qui la prossimità al negativo originale ci permette di sapere di più sulla realizzazione dei film. Per esempio sulla copia di La Boulangère de Monceau si può notare che furono utilizzate due macchine da presa diverse, ciascuna delle quali ha lasciato tracce distinte sulla pellicola. Per questo film Rohmer si fece infatti prestare da amici una Paillard e una Bell & Howell, due cineprese amatoriali. La loro particolarità è che possono girare solo per venti secondi, limitazione che ha guidato il regista nella scrittura di entrambi i film.

Marion Brouant