Dom

25/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 10:00

Dnevnik Glumova / LE BRASIER ARDENT

Introduce

Émilie Cauquy (Le Brasier Ardent)

Accompagnamento al piano di

Maud Nelissen e all’arpa di Eduardo Raon (Le Brasier Ardent

Accompagnamento alla batteria di Frank Bockius (Dnevnik Glumova)

Info sulla
Proiezione

Domenica 25/06/2023
10:00

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

DNEVNIK GLUMOVA

Scheda Film

Ėjzenštejn girò Dnevnik Glumova nell’aprile 1923 come parte integrante del suo adattamento teatrale di una commedia classica di Aleksandr Ostrovskij, Anche il più furbo ci può cascare, che andò in scena al teatro Proletkult e segnò il suo duplice debutto alla regia teatrale e cinematografica. La commedia mette in ridicolo un carrierista che fa mostra di adulare i suoi benefattori ma li deride spietatamente nel suo diario. Quando gli rubano il diario scoppia uno scandalo. Ėjzenštejn trasformò la commedia di Ostrovskij in una moderna farsa politica in cui tutti i personaggi erano rappresentati come clown. I dialoghi si alternavano a trucchi da circo, canzoni da music-hall e inserti filmati. Le caustiche pagine del diario di Glumov furono reinventate in uno stile che ricorda Georges Méliès. Il prologo (che narra il furto del diario) è una parodia dei film d’avventura dell’epoca, e il cortometraggio nel suo complesso sembra una parodia dei cinegiornali e del concetto di ‘film-verità’ di Dziga Vertov. Ironia volle che fosse proprio Vertov a venire in aiuto di Ėjzenštejn mandandogli il direttore della fotografia Boris Francisson con attrezzature e pellicola. Vertov inserì poi il film nel suo Kino-Pravda N. 16 uscito nel maggio 1923.

Naum Kleiman

Cast and Credits

[Il diario di Glumov]. Sog.: dalla commedia Na vsjakogo mudreca dovol’no prostoty (1868) di Aleksandr Ostrovskij. Scen.: Sergej Ėjzenštejn. F.: Boris Francisson. Int.: Grigorij Aleksandrov, Vera Janukova, Maksim Štrauch, Aleksandr Antonov, Sergej Ėjzenštejn. Prod.: Goskino. DCP. D.: 7’. Bn

LE BRASIER ARDENT

Scheda Film

Un giorno al cinema Colisée vidi Le Brasier ardent diretto da Mozžuchin e prodotto dal coraggioso Alexandre Kamenka della Films Albatros. Il pubblico urlava e fischiava, sconvolto da quello spettacolo così diverso da quelli cui era abituato. Io ero entusiasta. […] Decisi di abbandonare il mio mestiere di ceramista e di provare a fare film.

Jean Renoir

Per alcuni storici Ivan Mozžuchin è la prima star maschile della storia del cinema. Nato a Penza, nella regione del Volga Centrale, abbandonò gli studi di diritto per diventare attore e si formò alla scuola di Stanislavskij. Ladislas Starevich (Władysław Starewicz) gli affidò alcuni dei suoi primi ruoli, seguito dai registi Vasilij Gončarov ed Evgenij Bauėr. Quest’ultimo gli permise di rivelare il suo formidabile temperamento e di acquisire una grande sobrietà interpretativa in melodrammi tragici, satanici e decadenti caratterizzati da luci e scenografie raffinate. Entrato nella troupe di Ermolieff si affermò, sotto la direzione di Jakov Protazanov (Pikovaja dama/La dama di picche, Otec Sergij/Padre Sergio), come l’attore più grande e popolare del cinema russo. A ogni buon conto, dopo che l’attore ebbe lasciato la Russia, Lev Kulešov utilizzò proprio il suo volto nel celebre esperimento, teso a dimostrare l’importanza del montaggio. L’esilio non interruppe la carriera di Mozžuchin, che divenne presto l’attore francese più famoso del mondo: per la società Albatros interpretò Kean, Le Lion des Mogols, Il fu Mattia Pascal. Jean Tedesco scrisse nel 1924: “bisogna aver visto morire Sarah Bernhardt. Un giorno, a coloro che vorranno conoscere le vette più alte del cinema si dirà: bisogna aver visto morire Mozžuchin”. Le Brasier ardent, da lui girato nel 1923, è un delirio onirico e psicanalitico che farà rimpiangere a lungo che non ne abbia diretti altri.

Émilie Cauquy

Cast and Credits

Scen.: Ivan Mozžuchin. F.: Joseph-Louis Mundwiller, Nicolas Toporkoff. Scgf.: Alexandre Lochakoff, Edouard Gosch, Boris Bilinsky, Pierre Schildknecht. Int.: Ivan Mozžuchin (Zed), Nathalie Lissenko (la donna), Nicolas Koline (il marito), Camille Bardou (presidente del club dei detective), Huguette Delacroix, François Zellas, Paul Franceschi, Jules de Spoly. Prod.: Alexandre Kamenka per Films Albatros. 35mm. L.: 2199 m. D.: 107’ a 18 f/s. Col. (Desmet)