Mar
25/06
Cinema Europa > 20:15
DIE REBELLION
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DIE REBELLION
Scheda Film
Tutti sanno che in una ventina d’anni Michael Haneke ha accumulato una sostanziosa produzione televisiva, ma chi ha mai visto questi lavori? Poche persone, a quanto pare, dato che raramente vengono menzionati quando si discute delle sue opere cinematografiche successive. E in un certo senso è comprensibile, dato che i suoi film per la televisione sono qualcosa di completamente diverso, essendo stati realizzati per un pubblico molto specifico con codici estetici ben precisi, anziché per un pubblico internazionale con una concezione condivisa delle caratteristiche visive e sonore che dovrebbe avere un film di qualità. Ciò detto, le cose non sono così semplici. Gli anni Novanta sono stati un periodo di transizione durante il quale Haneke ha lavorato sia per il piccolo che per il grande schermo. Die Rebellion contiene il meglio dei due mondi: il rigore formale dei suoi film e la profondità emotiva a tratti sorprendente dei suoi lavori televisivi. La seconda caratteristica è per certi versi dovuta al materiale di partenza, l’omonimo romanzo del 1924 di Joseph Roth, già adattato per la televisione da Wolfgang Staudte nel 1962.
La storia è semplice e lineare: un veterano della Grande guerra che ha perso una gamba ma non la fiducia (potremmo anche dire paura) nei confronti dello stato litiga con un borghese che l’ha insultato. Da quel momento in poi la sua vita va a rotoli, fino alla prigione e da lì a una nuova carriera di inserviente nei gabinetti (nota per tutti quelli che stanno pensando a Der letzte Mann: quando Murnau iniziò le riprese il romanzo era già uscito). L’abuso da parte dello stato e del mondo civile lo disillude a tal punto che dopo la morte, giunto al cospetto di Dio, rifiuta la vita eterna e la salvezza.
Dal punto di vista visivo Die Rebellion è splendido, una delle opere migliori di Haneke: colpisce per l’attenzione ai dettagli, incanta per l’uso del colore e delle tonalità monocromatiche. Buona parte della storia è narrata da una voce fuori campo, così che spesso gli attori devono solo guardare in silenzio, diventando schermi su cui noi proiettiamo compassione, dolore e rabbia – per i privilegi di classe, la violenza di stato e un Dio che interviene solo quando sembra ormai troppo tardi.
Olaf Möller
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo (1927) di Joseph Roth. Scen.: Michael Haneke. F.: Jiri Stibr. M.: Marie Homolkova. Scgf.: Christoph Kanter. Int.: Branko Samarovski (Andreas Pum), Judit Pogány (Kathi Blumich), Thierry van Werveke (Willi), Deborah Wisniewski (Anna Blumich), Katharina Grabher (Klara), August Schmölzer (Vinzenz Topp). Prod.: Veit Heiduschka per Wega-Film, Österreichischer Rundfunk. DCP. D.: 106’. Bn e Col.
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