West Indies

Med Hondo

Sog.: Daniel Boukman. Scen.: Med Hondo. F.: François Catonné. M.: Youcef Tobni. Scgf.: Jackques Saulnier. Mus.: Georges Rabol, Frank Valmont. Int.: Cyril Aventurin (il padre di famiglia), Fernard Berset (l’albergatore), Roland Bertin (la ‘Morte’), Gérard Bloncourt (signor De la Pierre), Toto Bissainthe (sorella Marie Joseph de Cluny), Philippe Clévenot (l’abate), Georges Hilarion (signor Belleville), Robert Liensol (il parlamentare). Prod.: Les Films Soleil Ô. 35mm. D.: 115’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

West Indies, uno dei capolavori di Hondo, è un magnifico musical in widescreen che si svolge tutto su un unico set, una gigantesca nave negriera che simboleggia la relazione triangolare tra Africa, Europa e Caraibi, esplorando i parallelismi tra la migrazione forzata della tratta oceanica degli schiavi e le migrazioni contemporanee di cittadini afro-caraibici verso le metropoli postcoloniali. In una straordinaria esibizione di virtuosismo, Hondo usa una ricca gamma di tecniche cinematografiche (verticalità delle inquadrature, abili carrellate, piani sequenza splendidamente orchestrati) per esplorare quattro secoli di storia in un solo luogo, segnalando i salti temporali con fluidi movimenti di macchina e una messinscena fastosa, mentre la notevole varietà di stili musicali, i testi ironici, struggenti e coinvolgenti e la brillante coreografia inebriano i sensi e invitano lo spettatore a unirsi alla lotta per trasformare il mondo.

Come ha detto Hondo: “Volevo affrancare il concetto di commedia musicale dal marchio di fabbrica americano. Volevo dimostrare che ciascun popolo ha una sua commedia musicale, una sua tragedia musicale, e un pensiero che prende forma attraverso la storia del suo paese”.

Aboubakar Sanogo

Per troppo tempo il cinema africano è stato considerato un cinema povero, un cinema approssimativo in cui le tecniche non erano all’altezza delle idee. West Indies si presenta in maniera molto diversa, avvalendosi di mezzi finanziari e tecnici. La sua sontuosità visiva non è gratuita. Dimostra che un film militante può essere bello e conquistare il pubblico con mezzi che non si limitino alle aride argomentazioni politiche. West Indies non è solo un film sulle Indie Occidentali, è un film africano. È un appello a tutti i popoli il cui passato è segnato dall’oppressione, il cui presente è la conseguenza di promesse abortite e il cui futuro resta tutto da conquistare.

Maryse Condé, “Demain l’Afrique”, 27 agosto 1979

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Approfondimento su Med Hondo

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