UŽMURI

Nutsa Gogoberidze

Scen.: Šalva Dadiani, Nutsa Gogoberidze. F.: Šalva Apakidze. Scgf.: Mikheil Gotsiridze. Musiche registrate composte da Giya Kancheli. Int.: Kote Daušvili (Parna), Merab Čikovani (Kavtar), Nutsa Čkeidze (Mariam), Ivlita Djordjadze (Tsiru), N. Iašvili (Gocha), O. Gogoberidze (Iagundisa), M. Tsitlidze (Kitsi), I. Slutsker (Gvada). Prod.: Goskinprom Gruzii. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ritrovato nel 2018 e finora mai proiettato al di fuori della Georgia, Užmuri è stato vietato subito dopo la sua uscita nel 1934. Considerato perduto, ha rischiato di esserlo per sempre. Vittima del travagliato periodo di transizione tra lo scioglimento dell’Associazione degli scrittori proletari (1932) e la proclamazione ufficiale del realismo socialista (1934), la sua sceneggiatura è stata rimaneggiata più volte, e una discussione risalente all’ottobre del 1933 mostra che Nutsa Gogoberidze ha dovuto affrontare l’accusa ormai infamante di regista agit-prop. In realtà, sebbene si conformi ancora una volta al tema obbligato del contrasto tra ‘vecchio e nuovo’, il film brilla per la sua poesia e la sua solida struttura drammatica. Dopo i monti del Caucaso, Nutsa Gogoberidze si occupa delle paludi della Mingrelia che le autorità sovietiche vorrebbero bonificare per combattere la malaria. Alle prime immagini bucoliche della natura seguono quelle di un mondo malato: “Perfino gli alberi hanno la malaria”. E i giovani comunisti che intraprendono la bonifica si scontrano con le superstizioni popolari. Molti pensano di non poter tener testa a Užmuri, la Regina delle rane che infesta la palude e della quale si dice trascini a fondo chiunque si avventuri sul suo territorio per costringerlo a sposarla. Purtroppo il film non mostrerà la Regina delle rane ma un kulak, che nella frenesia di un finale mozzafiato verrà sconfitto. Happy ending che non ha risparmiato al film gli strali della censura. All’inizio, una bella sequenza mostra un bufalo agonizzante che sprofonda nella palude. I bambini incaricati di sorvegliarlo chiamano aiuto e piangono; la testa del bufalo, in primissimo piano, si ricopre lentamente di fango. Fu questa scena straziante, insieme ad altre brutalmente pessimiste, a decretare la sorte del film?

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz 

Copia proveniente da