UMARETE WA MITA KEREDO…
Sog.: Yasujiro Ozu. Scen.: Akira Fushimi. F., M.: Hideo Shigehara. Scgf.: Takashi Kono. Int.: Tatsuo Saito (Yoshii), Tomio Aoki (Keiji), Mitsuko Yoshikawa (Haha), Hideo Sugawara (Ryoichi), Takeshi Sakamoto (Iwasaki), Teruyo Hayami (moglie di Iwasaki), Seiichi Kato (Taro). Prod.: Shochiku. DCP. D.: 91’. Bn.
Scheda Film
Come indica il sottotitolo, “Un libro illustrato per adulti”, questo è un film a tesi, una dimostrazione insolitamente esplicita di una lezione. La maggior parte dei film di Ozu possiede un’elusività dei significati che in Umarete wa mita keredo… è quasi completamente assente. Attraverso la sua coerenza strutturale e il suo controllo stilistico il film consegue un grande rigore didattico.
Il film si incentra sull’uso sociale del potere. A mano a mano che i figli scalano la gerarchia della gang del quartiere, il padre rivela sempre più la sua sottomissione al datore di lavoro. Nel mondo dei ragazzi il potere dipende dall’età, dall’intelligenza e dalla forza fisica. Se il bullo più grande picchia i fratelli, loro devono convincere il fattorino ancora più grande a punirlo. In una scena, dopo che un piccolo membro della gang raccoglie da terra un panino, un altro ragazzo appena più grande glielo strappa di mano. Ozu spesso dispone i ragazzi in ordine di altezza, mettendo a diagramma la loro scala gerarchica. I due figli, entrambi tiranni, sanno che il potere non deve per forza essere esercitato in modo equo, ma non riescono a capire che non tutti hanno le stesse possibilità di conquistarlo.
Alla credenza dei ragazzi che l’abilità provenga da fonti mitiche (le uova crude di piccione), il film giustappone il fatto che nel mondo degli adulti il potere è implacabilmente sociale, dipende cioè dal denaro e dalla posizione. Iwasaki non è né forte, né intelligente; è semplicemente il capo. I ragazzi si illudono che il potere si possa conquistare mostrando semplicemente ciò di cui si è capaci, come prova il fatto che siano in grado di prendere il controllo della banda sconfiggendo gli altri. Il ragazzo del negozio di sakè ha già dato loro una lezione: picchia il bullo per loro perché i loro genitori comprano la birra, ma non intende picchiare Taro perché suo padre compra il sakè. Nella scena culminante, quando a Yoshii viene chiesto perché debba inchinarsi al suo capo, lui spiega che dipendono da Iwasaki. Ryoichi risponde: “Sono più forte di Taro e ho voti migliori”. Dopo il litigio, e durante la riconciliazione la mattina seguente, il fratello minore rimane fedele alla vecchia promessa: da grande sarà solo tenente generale perché suo fratello sarà generale. Ma lo sciopero della fame finisce, come se il riconoscimento da parte dei ragazzi della necessità di sopravvivere li avesse riconciliati con la necessità di obbedire. “Se non mi pagasse” aveva detto il padre, “voi non potreste andare a scuola – non potreste mangiare”. Il film conserva la protesta contro l’ordine costituito e al contempo drammatizza la necessità della sottomissione.
David Bordwell, Ozu and the Poetics of Cinema, Princeton University Press, Princeton, NJ 1998
Rimasterizzato in 4K nel 2023 da Shochiku presso i laboratori IMAGICA Entertainment Media Services e Shochiku MediaWorX a partire da una copia 35mm conservata presso Harvard Film Archive e un duplicato negativo 16mm conservato presso Shochiku. Correzione colore supervisionata da Masashi Chikamori.