TROIS HOMMES ET UN COUFFIN

Coline Serreau

Scen.: Coline Serreau. F.: Jean-Yves Escoffier, Jean-Jacques Bouhon. M.: Catherine Renault. Scgf.: Ivan Maussion. Int.: Roland Giraud (Pierre), Michel Boujenah (Michel), André Dussollier (Jacques), Philippine Leroy Beaulieu (signora Rapons), Dominique Lavanant (Antoinette), Marthe Villalonga (la portiera), Annick Alane (la farmacista), Josine Comellas (Rodriguez). Prod.: Jean-François Lepetit per Flach Film, Soprofilms, TF1 Films Production. DCP. D.: 106’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La delicatezza, come dicono i filosofi, èla buccia di banana su cui scivola la verità.

Partita a quattro, Ernst Lubitsch

Ogni volta che giravo un film mi dicevo che l’avrebbero visto cinquanta milioni di persone. Sono stata molto felice. Non ero affatto sicura che sa­rebbe accaduto, ma era ciò che desi­deravo. All’epoca, l’analisi del successo mi pareva ovvia: era il primo grande colpo al patriarcato, inferto con gran­de astuzia. È per questo che ha fun­zionato. Trois hommes et un couffin è anche il rovesciamento di un grande mito: i Re magi e il Cristo, che stavol­ta è una bambina. È lei che porterà il cambiamento radicale nella visione del mondo. Volevo lanciare un missile, e il missile è arrivato a destinazione.

Coline Serreau, “Le Monde”, 20 ottobre 2019

Nel 1912 il “Saturday Evening Post” pubblica The Three Godfathers di Peter B. Kyne, la curiosa avventu­ra di un neonato smarrito nel deser­to. John Ford adatta il racconto una prima volta nel 1919 (Marked Men) e successivamente nel 1948 con In nome di Dio (3 Godfathers), un western con John Wayne e Pedro Armendáriz, ispi­rato anche ad altre decine di storie e film sullo stesso tema (tre cowboy alle prese con un neonato, da Griffith a Wyler passando per il geniale fumet­tista Walter Lantz). Nel 2003 Satoshi Kon se ne ispira liberamente per i suoi emarginati di Tokyo Godfathers, ma aveva visto Trois hommes et un couffin? Poco importa, anche se ci piace pensa­re di sì, perché i due film condividono una certa tenerezza per l’improbabile e per la riconciliazione tra gli uomi­ni, passando per l’idea inevitabile che la comicità profonda derivi sempre, almeno in parte, dal tragico (il desti­no crudele di coloro che sono un po’ troppo liberi). Ma niente Far West o Tokyo: siamo a Parigi, nel Marais, nel 1985. Una storia semplice – “tre cre­tini che diventano intelligenti” –, un film irresistibile sulla maternità degli uomini e sulla fatica (infine risanata) di essere felici.

Émilie Cauquy

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2025 da Impex Films presso il laboratorio Transperfect Media sotto la supervisione di Coline Serreau.