TOUCH OF EVIL

Orson Welles

Sog.: dal racconto Badge of Evil (1956) di Whit Masterson. Scen.: Orson Welles. F.: Russell Metty. M.: Virgil Vogel, Aaron Stell, Edward Curtiss. Scgf.: Alexander Golitzen, Robert Clatworthy. Mus.: Henry Mancini. Int.: Charlton Heston (Ramon Miguel ‘Mike’ Vargas), Janet Leigh (Susan Vargas), Orson Welles (Hank Quinlan), Joseph Calleia (Pete Menzies), Marlene Dietrich (Tanya), Akim Tamiroff (Joe Grandi), Joanna Moore (Marcia Linnekar), Ray Collins (Adair). Prod.: Albert Zugsmith per Universal-International Pictures Co., Inc. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un complesso noir del 1958 di Orson Welles, ambientato al confine tra Stati Uniti e Messico. Affiancato da un cast di prim’ordine che comprende Janet Leigh e Charlton Heston, lo stesso Orson Welles assume il ruolo principale del poliziotto corrotto Hank Quinlan. La celebre sequenza iniziale è spettacolare, girata senza tagli, in un lungo piano sequenza che segue per tre minuti e mezzo un’auto tra le strade della cittadina di confine.
Il bene e il male sono indistinguibili nell’ambiente brutale dei trafficanti di droga. Questo fu l’ultimo film americano di Welles, che in seguito lavorò solo in Europa per superare le limitazioni imposte dallo studio system. Per il film, la sua amica Marlene Dietrich dovette trasformarsi nella bruna Tanya, la tenutaria di bordello che legge le carte a un Hank ormai destinato a un’inesorabile fine. Pur interpretando solo un ruolo secondario, Dietrich è essenziale alla trama e anche al ruolo che Welles ha riservato a se stesso; per citare le parole del biografo di Dietrich, Steven Bach, l’attrice incarna qui il confine tra Messico e Stati Uniti e tra bene e male. Dietrich e Welles si conoscevano dai tempi in cui si esibivano per le truppe, e l’attrice, che non moderava mai le critiche, in seguito disse: “Ho fatto tutto quel che voleva. […] È un grande uomo. Un genio. La gente dovrebbe farsi il segno della croce prima di pronunciare il suo nome”. A quasi sessant’anni, l’attrice appare nel film molto più giovane, e si capisce che quel ruolo, con il suo linguaggio a volte volgare, la diverte molto. Il 19 marzo del 1958 “Variety” scrisse: “Dietrich è uno spettacolo piuttosto sensuale e divertente”. E se all’epoca fu liquidato come un film di “sesso e crimine”, oggi è considerato un capolavoro.

Peter Mänz

Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus.