The Strange One

Jack Garfein

T.It.: Un Uomo Sbagliato; Sog. E Scen.: Calder Willingham Dalla Sua Pièce “End As A Man”; F.: Burnett Guffey; Mo.: Sidney Katz, Gene Milford; Scgf.: Joseph C. Wright; Mu.: Kenyon Hopkins (Musica Originale); Int.: Ben Gazzara (Jocko De Paris), Pat Hingle (Harold Knoble), Mark Richman (Corger), Arthur Stordì (Simmons), Paul E. Richards (Perrin Mckee), Larry Gates (Maggiore Avery), Clifton James (Colonnello Ramey), Geoffrey Horne (George Avery), James Olson (Roger Gatt), Julie Wilson (Rosebud), George Peppard (Robert Marquales); Prod.: Sam Spiegel Per Columbia Pictures Corporation E Horizon Films; Pri. Pro.: 12 Aprile 1957; 35mm. D.: 97′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“L’argomento centrale del racconto e dell’opera teatrale di Calder Willingham End As a Man è stato sostanzialmente trascurato nel­la versione filmica, The Strange One, proiettato ieri all’Astor. L’ar­gomento in questione era il maltrattamento e la corruzione di gio­vani cadetti, azioni ironicamente incoraggiate e coperte dal ‘codi­ce d’onore’ adottato in una scuola militare del sud. Piuttosto que­sto film, prodotto da Sam Spiegel, diretto da Jack Garfein e sce­neggiato da Willingham, sembra una dimostrazione morbosa di come un cadetto possa usare la propria abilità nel perpetrare cat­tiverie per ‘saldare i conti’ con un suo collega. È pur vero che Gar­fein ha immerso la caserma in un’atmosfera di mistero e malevo­lenza degna di un racconto del terrore. L’interpretazione di Ben Gazzara nei panni del malfattore trasmette l’immagine precisa di un ripugnante giovane demonio all’opera. La preparazione per intraprendere il piano con il quale mira a compromettere un suo nemico facendolo apparire ubriaco, ci regala un quadro intriso di ingegno diabolico, impudenza e arroganza tanto inquietante da far gelare il sangue. Altrettanto notevoli sono le interpretazioni degli altri attori nei panni di altri cadetti. Pat Hingle dà un interpre­tazione divertente e autentica dell’amico ingenuo – originario del sud – del malfattore; George Peppard recita con fermezza la par­te di una matricola che riesce a non diventare uno strumento di malvagità; Arthur Storch è spregevole nei panni di una spia codar­da e James Olson è sia divertente che ignobile nel ruolo di una stupida stella del football. Ma è stata tralasciata così tanta mate­ria del romanzo e dell’opera teatrale che purtroppo la critica socia­le presente nella versione di Willingham è totalmente assente nel­la versione cinematografica. Per esempio, il fatto che ‘quello strano’ fosse il figlio di un uomo potente la cui inimicizia era temuta dalle autorità della scuola è stato totalmente ignorato. Lo stesso vale per la scena del pestaggio dell’ubriaco e indifeso giocatore di football. Il complotto per corrompere un ragazzo con una prosti­tuta è tracciato vagamente in una scena poco convincente nella quale Julie Wilson interpreta il ruolo di una dama indolente e la sottile prospettiva omosessuale, così evidente nel racconto, viene solo accennata con molta cautela. Il cambiamento più ovvio che toglie vigore alla storia, tuttavia, arriva alla fine. Invece di affidare alla scuola la risoluzione dell’imbarazzante questione, nel film il malfattore scappa dalla scuola con l’aiuto di un gruppo di vigilan­za, segretamente formato dai cadetti. Una storia simile può esse­re paragonata a ragione ad un’operazione del Ku Klux Klan”.

Bosley Crowther, Ben Gazzara Stars in New film at Astor, “New York Times”, 13 aprile 1957

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