THE MONSTER

Roland West


Sc.: Willard Mack, Albert G. Kenyon, dalla pièce omonima (1922) di Crane Wilbur. F.: Hal Mohr. M.: A. Carle Palm. Scgf.: W.L. Heywood. Cast: Lon Chaney (Dottor Ziska), Gertrude Olmstead (Betty Watson), Hallam Cooley (Amos Rugg), Johnny Arthur (Johnny Goodlittle), Charles A. Sellon (il poliziotto), Walter James (Caliban), Knute Erickson (Daffy Dan), George Austin (Rigo), Edward McWade (Luke Watson), Ethel Wales (Sig.ra Watson). Prod.: MGM; 16mm. D.: 85’ a 20 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film è una miscela piuttosto bizzarra di comico e horror, con un detective diplomatosi per corrispondenza che cerca di scoprire cos’è accaduto in un manicomio di cui i pazienti si sono impadroniti. Chaney è il folle Dr. Ziska, il direttore che cerca di catturare innocenti viaggiatori da sottoporre ai suoi esperimenti chirurgici. Il «New York Times» lamentava il fatto che il film avesse un aspetto troppo da «commedia leggera»: nonostante possedesse «le qualità di uno spettacolo singolare», esso non era «né carne né pesce». Il critico aggiungeva poi, esprimendosi in modo infelice per dire in realtà un’altra cosa: «Uno non si aspetta un gran divertimento in un film interpretato da Lon Chaney». Ma sono proprio le caratteristiche di cui la critica si lamentava nel 1925 a rendere questo film particolarmente interessante oggi. Il manicomio è pieno di strani macchinari con pannelli di ferro che si schiantano al suolo, scivoli nascosti e pareti mobili attraverso cui Chaney può sbirciare. Da dietro le sedie escono braccia misteriose e la protagonista scompare in un divano quando due enormi braccia la afferrano. Tutto è molto strano, con scene di tortura accanto a sketch comici. Il «Times» suggeriva che «Mr. Chaney avrebbe forse gradito una rappresentazione più seria del tema».

Jeanine Basinger, Silent Stars, New York, Alfred A. Knopf, 1999

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