Secondo [Harry] Cohn, (…) con Il teatro di Minnie, una parodia del mondo teatrale incentrata sulle disavventure di una compagnia viaggiante gestita da Bessie Love, “la gente cominciava a ridere nei primi venti secondi e non smetteva più, se non per quei rari e toccanti momenti emotivi che non mancavano mai di fare il loro effetto”. Sid Silverman su “Variety” espresse il suo pieno apprezzamento dichiarando che si trattava “di un ottimo film capace di produrre grasse risate. (…) Un film che può fare la felicità dell’organista di accompagnamento in sala. Un dramma pieno di petti gonfi e di atteggiamenti tronfi che si presta benissimo a derisori sussulti di disperazione”. La Columbia aveva cominciato a investire di più sui film di Capra e questo permise a Il teatro di Minnie di raggiungere, sempre secondo “Variety”, il rango di film di serie A, quello che può essere programmato da solo, invece che in un double bill. “Qualche migliaio di dollari in più tra produzione e cast e il film sarebbe stato degno delle migliori sale del Paese”. Riscoperto dalla Cinémathèque Française nel 1992 e restaurato dalla Columbia nel 1997, Il teatro di Minnie riflette ironicamente l’esperienza amatoriale teatrale di Capra al Manual Arts [una scuola media superiore] nella pièce della guerra civile, The Crisis.

Joseph McBride, Frank Capra: The Catastrophe of Success, Simon & Schuster, New York 1992 (edizione rivista, St Martin’s Griffin, New York 2000)