THE INNERVIEW

Richard Beymer

Scen., F., M.: Richard Beymer. Int.: Richard Beymer, Joanna Bochco, Antranig Mahakian. Prod.: Richard Beymer per Richard Beymer Films. DCP. D.: 89’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Quella di Richard Beymer è una delle carriere più sorprendenti della storia del cinema, iniziata come attore bambino in Stazione Termini di De Sica nel 1953, accanto a Montgomery Clift e Jennifer Jones. Naturalmente è più famoso per gli indimenticabili ruoli in West Side Story e Twin Peaks. Ma cosa ha fatto tra queste due pietre miliari? Per buona parte del tempo ha abbandonato Hollywood ed è diventato un regista indipendente. Cosa ancor più inaspettata, i suoi film sono delle vere rivelazioni. Ha esordito con un acclamato documentario in 16mm sui diritti civili, A Regular Bouquet (1964), e poi è sparito a lungo dalla circolazione. Il suo lavoro più importante rimane The Innerview, un lungometraggio sperimentale che ha completato teoricamente nel 1973 ma che non ha mai smesso di rielaborare. Caleidoscopico tour de force cinematografico, il film è anche un viaggio in un paesaggio interiore in sintonia con la migliore psichedelia anni Sessanta. The Innerview, che si avvale delle straordinarie interpretazioni dell’attrice protagonista Joanna Bochco e dello stesso Beymer, carismatico come sempre, offre una visione parallela della classica cultura underground americana. In una delle poche proiezioni pubbliche ha attirato l’attenzione di Kevin Thomas del “Los Angeles Times”, secondo il quale “andando oltre il mistero dell’amore per arrivare al mistero della vita stessa, il diluvio di immagini ora spaventose, ora rassicuranti e sempre sensuali di The Innerview suscita una vasta gamma di emozioni – prepotenti sentimenti di terrore, disperazione e morte che si mescolano a un prodigioso senso di coesione con la natura e l’universo”.
La versione originale del 1973 è irrimediabilmente perduta, dato che Richard nella sua costante ricerca della perfezione ha rimontato non solo il negativo originale ma anche tutte le copie esistenti. Attualmente è in procinto di completare un nuovo montaggio che integra sonoro e immagini sostanzialmente diversi. Il progetto di Lightbox Film Center, in collaborazione con Northeast Historic Film e National Film Preservation Foundation, restaura la versione del 1975, l’ultima da lui completata su pellicola e per molti versi il culmine della sua visione iniziale dell’opera.
Come ha detto Beymer, “Non ho mai abbandonato il cinema. Ho solo fatto un altro tipo di cinema”.

Ross Lipman

 

restaurato da Lightbox Film Center in collaborazione con Northeast Historic Film, National Film Preservation Foundation e Corpus Fluxus presso il laboratorio University of the Arts di Philadelphia (UArts), a partire dal montaggio del 1975 e dal final cut 16mm di Richard Beymer. Con il sostegno di Ron e Suzanne Naples.