THE BIG TRAIL
T.it.: “Il grande sentiero”; Scen.: Marie Boyle, Jack Peabody, Florence Postal (non accr.), dal romanzo di Hal G. Everts; F.: Lucien N. Andriot (versione 35mm), Arthur Edeson (versione 70mm); Op.: Don Anderson, Curt Fetters, Sol Halperin, Bill McDonald, Dave Ragin; M.: Jack Dennis; Scgf.: Harold Miles, Fred Sersen; Trucco: Jack Dawn, Louise Sloane (non accr.); Mu.: R.H. Bassett, Peter Brunelli, James F. Hanley, Arthur Kay, Jack Virgil (non accr.); Su.: Bill Brent, E. Corkley, D. Daniels, W.D. Flick, W. Griffith, Paul Heinly, Charles Kehl, George Leverett, V.O. McCann (non accr.); Ass. R.: Harry Smith, Max Cohn, Harry Dawe, Lou Kunkel, Bobby Mack, Henry Pollack, Roger Sherman (non accr.); Int.: John Wayne (Breck Coleman), Marguerite Churchill (Ruth Cameron), El Brendel (Gussie), Tully Marshall (Zeke), Tyrone Power (Red Flack), David Rollins (Dave “Davey” Cameron), Frederick Burton (Pa Bascom), Ian Keith (Bill Thorpe), Charles Stevens (Lopez), Louise Carver (matrigna di Gussie); Prod.: 20th Century Fox; 35mm. L.: 3330 m. D.: 122’ a 24 f/s.
Scheda Film
The Big Trail fu l’ultimo, ed il più ambizioso, dei quattro lungometraggi filmati dalla Fox con il sistema a 70mm denominato Grandeur. Il procedimento era stato ideato da Earl Sponable (1895-1977) che, assieme a Theodor Case, aveva messo a punto anche il sistema di registrazione sonora su pellicola della Fox (Movietone), destinato a soppiantare il poco pratico sistema di registrazione su disco tipico della Warner (Vitaphone). Il Grandeur utilizzava una speciale macchina da presa Mitchell, una colonna sonora ottica ed un rapporto immagine di 1:2,13. Il primo lungometraggio realizzato con questo procedimento fu il film rivista Fox Movietone Follies of 1929, già uscito originariamente nel formato standard di 35mm. Ad esso erano seguiti Happy Days e Song O’ My Heart (distribuito solo in 35mm). Walsh insistette per filmare The Big Trail in esterni e la Fox, messa in forti difficoltà finanziarie dalla crisi del mercato, acconsentì, risparmiando però sul cast. La parte di protagonista andò ad un attore alle prime armi, consigliato a Walsh da John Ford: si chiamava Marion Michael Morrison, ma l’ufficio stampa della Fox lo ribattezzò John Wayne. I deserti dell’Arizona e i grandiosi panorami del Montana e del Wyoming furono ripresi da Lucien Andriot in formato standard e da Arthur Edeson (The Thief of Bagdad, All Quiet on the Western Front) in Grandeur. Tra gli assistenti di Edeson c’era Sol Halprin (1902- 1977), che sarebbe diventato responsabile del reparto fotografico ed avrebbe supervisionato l’adattamento delle macchine da presa Grandeur al formato CinemaScope. Il film non ottenne il successo sperato, anche la critica non fu entusiasta e alcuni distributori lo rifiutarono in quanto non potevano permettersi i costi dell’attrezzatura per la proiezione a 70mm. La Fox, che aveva investito quattro milioni di dollari, si trovò in bancarotta, il grande formato venne abbandonato e John Wayne dovette farsi una decina d’anni di gavetta prima di diventare la star che tutti conosciamo. La versione restaurata del film è in CinemaScope su pellicola 35mm.
Federico Magni