TENEBRE

Dario Argento

Sog., Scen.: Dario Argento. F.: Luciano Tovoli. M.: Franco Fraticelli. Scgf.: Giuseppe Bassan. Mus.: Goblin. Int.: Anthony Franciosa (Peter Neal), Daria Nicolodi (Ann), John Saxon (Bullmer), Giuliano Gemma (il commissario Germani), Carola Stagnaro (ispettrice Altieri), Mirella D’Angelo (Tilde), Christian Borromeo (Gianni), Miriam Bartolini [Veronica Lario] (Jane), Eva Robin’s (ragazza della spiaggia). Prod.: Claudio Argento per Sigma Cinematografica DCP. D.: 101’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tenebre è un ritorno al visibile, al riconoscibile, al deducibile, dopo le streghe, il gotico, i balletti astratti della magia nera, la mitica Mitteleuropa e i notturni asburgici. Si torna, in esplicito e provocatorio contrasto con il titolo, in piena luce, in una Roma futurista e livida: anzi per la prima volta, a netto contrasto con il titolo, tutto si svolge sotto il sole, incubi e delitti, indagini e finti colpi di scena. Dagli abissi, dal ‘basso’ di Inferno si transita verticalmente in un empireo postmoderno, dove predomina l’arredamento funzionale, spoglio, en plein air; la luce cade orizzontalmente, piattamente sulle cose; strade, palazzi, giardini si svuotano; tutto è molto illuminato e deserto, assolato e glaciale. Le sequenze in flashback sono addirittura sovraesposte. Dilaga il bianco, in evidente e violento contrasto con il rosso del sangue (trionfante nella celebre sequenza censurata della mutilazione e uccisione di Veronica Lario), o delle scarpe col tacco alto di Eva Robin’s. Carrelli laterali ed equilibrismi acrobatici della macchina da presa perforano lo spazio come si trattasse delle quinte di un palcoscenico.

Roberto Pugliese, Dario Argento, Il Castoro, Milano 2011

 

Tenebre segna una rottura con i due film precedenti [Suspiria e Inferno]. Dai cromatismi accesi sono passato a una fotografia quasi in bianco e nero. Dalle scenografie eccentricamente composite sono arrivato a un’ambientazione romana inedita, un po’ futuribile, con poco traffico, un po’ di verde e belle case abitate da gente squilibrata. L’ho girato nel quartiere EUR, ma ho avuto a disposizione anche bellissimi interni originali come la villa dell’architetto Sandro Petti, dove ci sono pareti piene di splendidi quadri a collage del pittore Mimmo Rotella.
Ho cercato di illuminare, come in pieno sole, anche gli omicidi che avvengono di notte. Volevo dimostrare che le tenebre non sono le sole compagne del delitto e dell’orrore, bensì anche il giorno. ‘Buio=paura’ è una formula ormai superata.

Dario Argento, in Fabio Maiello, Dario Argento, confessioni di un maestro, Alacran edizioni, Milano 2007

 

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