SHANGHAIED
T. it.: Charlot marinaio. Scen.: Charles Chaplin. F.: Harry Ensign. Scgf.: E.T. Hazy. Int.: Charles Chaplin (Charlie), Edna Purviance (figlia del padrone), Wesley Ruggles (proprietario), John Rand (capitano), Bud Jamison (nostromo), Billy Armstrong (cuoco), Lawrence A. Bowes (marinaio), Paddy McGuire (marinaio), Fred Goodwins (marinaio). Prod.: Jesse T. Robbins per The Essanay Manufacturing Company. DCP. Bn.
Scheda Film
Tra le carte dell’archivio Chaplin datate seconda metà del 1915 spicca una fitta corrispondenza tra Sydney Chaplin, che dopo la scadenza del contratto con la Keystone aveva deciso di dedicarsi a tempo pieno agli affari del fratello, e James Pershing, a cui era stata affidata la Charles Chaplin Advertising Service Company. Nell’autunno del 1915 Pershing comunica a Sydney che la situazione è nel caos più completo e che non è possibile monitorare la produzione quotidiana di accendini, scatole di caramelle, bastoni da passeggio, fazzoletti da taschino, trasferelli, anelli a spruzzo, biglie, dentifrici e bambole meccaniche che utilizzano l’immagine del Vagabondo. Anche il Vecchio Continente non è immune a Chaplin e in Francia la Himalaya Films che distribuisce le sue comiche lo soprannomina ‘Charlot’. In quel periodo, Chaplin era talmente impegnato nella realizzazione dei suoi film da realizzare con un certo ritardo che la portata della sua celebrità si estendeva ben oltre i confini della California: “Stando alle voci la mia popolarità cresceva ad ogni nuova uscita. Vedendo le file ai botteghini mi ero reso conto del mio successo a Los Angeles, ma non della fama raggiunta altrove. Notizie da New York riferivano che tutti i grandi magazzini così come le piccole drogherie vendevano statuette e riproduzioni del mio personaggio. Le ballerine delle Ziegfield Follies eseguivano numeri alla Chaplin, dissimulando la loro bellezza sotto baffi, bombette, scarponi e pantaloni sformati, e cantando una canzone intitolata: Those Charlie Chaplin Feet”. Shanghaied (termine slang che indica l’essere imbarcato a forza) esce nell’ottobre del 1915, nel bel mezzo di questa prima ondata di chaplinite. Come già accaduto in passato, in questo caso è un set particolare, quello della nave, a far scaturire l’intreccio e a suggerire dei nuovi spunti comici: “Il mal di mare doveva rimanere una delle gag preferite – scrive Robinson – figurerà infatti anche nell’ultima apparizione di Chaplin sullo schermo, più di mezzo secolo dopo. Le gag di bordo dovevano inoltre fornire materiali per la prima metà di The Immigrant”.