RVANYE BAŠMAKI

Margarita Barskaja

Scen.: Margarita Barskaja. F.: Georgij Bobrov, Sarkis Gevorkjan. Scgf.: Vladimir Egorov. Mus.: Vissarion Šebalin. Int.: Michail Klimov (professore d’istruzione religiosa), Klavdija Polovikova (cieca), Ivan Novosel’cev (padre di Walter), Vladimir Ural’skij (spia), Vera Alechina, bambini da un anno e tre mesi a tredici anni. Prod.: Mežrabpom-Fil’m. 35mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Un vero capolavoro”, “il miglior film sonoro sovietico”, scriveva Henri Langlois nel 1936. Il lavoro con i bambini ha portato Barskaja a creare un magnifico suono in presa diretta e una ripresa ispirata: non bisogna aspettarsi qui il rispetto della sintassi cinematografica. Indisciplinato come sapevano ancora essere i film sovietici, non poteva che sedurre Langlois con il suo spirito di rivolta, il suo anarchismo e il suo amore per i bambini, che lo accomunano a Zero in condotta.
Film con e per i bambini, è un complesso spaccato della società occidentale – la Germania prenazista, non nominata ma ricostruita con cura, seguendo forse i consigli di Karl Radek – dove i bambini sono un riflesso ludico della lotta di classe, doppiamente esclusi: come proletari e come bambini. “Giocano come vivono”, commenta una didascalia: l’interazione tra i loro giochi strampalati e quelli ben più ridicoli degli adulti si sviluppa in varie fasi. La prima inquadratura cita quella di M – Il mostro di Düsseldorf: bambini che giocano, uno di loro viene escluso dalla conta. Come in Fritz Lang è una chiave del film, ma prelude a un’altra morale. La vita quotidiana, innanzitutto: la minestra, il padre disoccupato, la miseria, il lavoro nato dalla miseria. Barskaja ha visto Kuhle Wampe di Dudow e Brecht. Gradualmente appare la situazione del paese. Ostilità di classe a scuola e in fabbrica, ritratto di Hindenburg che troneggia nell’aula, apparizione di una e poi più svastiche tra i liceali, lotta che si esprime nello scontro tra canti nazionalisti e Rotfront marschiert, rivolta in classe e poi per strada, la polizia che spara sui bambini… fino ai disciplinati cortei d’ordinanza dove appare Ernst Thälmann, ma non è questa la vera fine: a conti fatti saranno i bambini, come la piccola Elsie Beckmann di Lang, a essere sacrificati.

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz 

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