ROMA CITTÀ LIBERA
T. alt.: La notte porta consiglio. Sog.: Ennio Flaiano. Scen.: Ennio Flaiano, Suso Cecchi D’Amico, Cesare Zavattini, Marcello Pagliero, Marcello Marchesi, Filippo Mercati [Luigi Filippo D’Amico]. F.: Aldo Tonti. M.: Giuliana Attenni. Scgf.: Gastone Medin. Mus.: Nino Rota. Int.: Nando Bruno (il ladro), Valentina Cortese (la ragazza), Andrea Checchi (il giovane), Vittorio De Sica (il signore distinto), Francesco Grandjaquet (il padrone della bisca), Ennio Flaiano (il questurino), Gar Moore (il soldato americano), Camillo Mastrocinque (l’aristocratico). Prod.: Marcello D’Amico (dir. prod.: Silvio D’Amico) per Pao Film. 35mm. D.: 81’. Bn.
Scheda Film
Roma città libera è una commedia sul disincanto che pervade Roma all’indomani della guerra. Pagliero contempera ironia e amarezza mettendo in scena due giovani che, di fronte alla miseria, pensano di trovare rifugio soltanto nel suicidio o nella prostituzione. Al termine di numerose avventure, s’innamoreranno l’uno dell’altra trovando diverse risposte alla disperazione.
Il film è girato poco dopo la liberazione della città – i titoli di testa indicano “Roma 1945” – ma, per oscure ragioni, non viene distribuito prima del 1948. L’opera conferma il tono molto originale di Pagliero nel contesto del cinema italiano dell’immediato dopoguerra. La storia, che si svolge nell’arco di una notte, vede strani personaggi in scena: all’inizio, un ladro elegante interpretato da Nando Bruno (l’unico ruolo da protagonista all’interno di una fertile carriera). È lui ad apparire per primo nei titoli di testa. Poi due giovani in cerca di lavoro (Andrea Checchi e Valentina Cortese). C’è anche uno sconosciuto in smoking (straordinario Vittorio De Sica per un personaggio lunare) che deve pronunciare un discorso politico e che invece parla di fiori come un botanico. Continuiamo la lista: un gangster tenutario di una bisca clandestina (Francesco Granjaquet appena uscito da Roma città aperta); uno strano questurino interpretato da Ennio Flaiano; un soldato americano un po’ brillo, Gar Moore, che ritroviamo lo stesso anno – sempre nei panni del soldato americano – in Paisà di Rossellini e nel 1947 in Vivere in pace di Luigi Zampa; un aristocratico interpretato dal regista Camillo Mastrocinque. Nessuno di essi ha un nome, i personaggi sono assimilati a una funzione o a un’età: il giovane, il ladro, la ragazza, il signore distinto, l’americano… Alla fine della storia, quando i due protagonisti scoprono di abitare nello stesso edificio, si avverte l’eco di Primo amore di Paul Fejos.