REVENGE OF THE CREATURE (3D)

Jack Arnold

Sog.: William Alland. Scen.: Martin Berkeley. F.: Charles S. Welbourne. M.: Paul Weatherwax. Scgf.: Alexander Golitzen, Alfred Sweeney. Mus.: William Lava, Herman Stein. Int.: John Agar (professor Clete Ferguson), Lori Nelson (Helen Dobson), John Bromfield (Joe Hayes), Nestor Paiva (Lucas), Grandon Rhodes (Jackson Foster), Dave Willock (Lou Gibson), Robert B. Williams (George Johnson), Charles R. Cane (capitano della polizia), Brett Halsey (Pete), Clint Eastwood (Jennings). Prod.: William Alland per Universal-International Pictures Co. DCP. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Jack Arnold, ricordato soprattutto per Radiazioni BX: distruzione uomo (1957) e altri film di fantascienza, fu un regista brillante e versatile. Delitto alla televisione (1953), La tragedia del Rio Grande (1957) e La pallottola senza nome (1959) basterebbero già a dimostrare il talento di questa figura un po’ trascurata che girò molti buoni film prima di dedicarsi completamente alla televisione a partire dal 1959.
Revenge of the Creature fu chiaramente concepito come sequel per sfruttare il successo di Il mostro della laguna nera (1954), il film precedente di Arnold. Entrambi furono prodotti da William Alland, interessante personaggio che era stato attore, aiuto regista e collaboratore a vario titolo di Orson Welles tra il 1941 e il 1948, ma questo secondo episodio contava su interpreti di minor richiamo – John Agar e la sosia di Sandra Dee, Lori Nelson, invece di Richard Carlson e Julie Adams – e su una trama essenziale (concepita dallo stesso Alland). Questo a quanto pare non andò a detrimento il film, che fu un successo e al botteghino fece ancora meglio delle prime avventure del Mostro, ora chiamato Gill Man (Uomo Branchia).
La riuscita è di certo dovuta alla precisissima e dinamica regia di Jack Arnold, ma anche al fatto che il Mostro, oltre a essere visivamente notevole, è molto interessante dal punto di vista psicologico. L’anfibio si rivela scandalosamente sessuato, chiaramente eterosessuale e forse anche monogamo, molto tenace e perfino geloso nella caccia all’oggetto dei suoi desideri. Rischia addirittura la vita camminando fuori dall’acqua con Lori Nelson tra le braccia: può infatti sopravvivere solo brevemente all’asciutto, ma non può rischiare che la giovane anneghi. Ciò rende la sua avventura non solo minacciosa ma anche drammatica e financo patetica, e suscita negli spettatori una bizzarra compassione per questo precursore evolutivo dell’uomo: possiamo capirne e perfino condividerne i sentimenti pur trovandolo orrendo, violento e pericolosamente irrazionale.

Miguel Marías

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da NBCUniversal StudioPost presso i laboratori NBCUniversal e 3-D Film Archive. Regolazioni di convergenza tra occhio sinistro e occhio destro e regolazioni di sincronizzazione realizzate da 3-D Film Archive a partire dal negativo originale (occhio destro) e da un controtipo positivo 35mm (occhio sinistro)