PRIDANOE ŽUŽUNY

Siko Palavandišvili

Scen.: Siko Palavandišvili. F.: Vladislav Poznan’. Scgf.: Šalva Mamaladze. Int.: Grigol Gabelašvili (Varden), Kote Andronikašvili (il pastore), Kirile Mačaradze (il vecchio fabbro), Aleksandra Toidze (sua figlia), Il’ja Mamporja (Galaktion), Arkadij Chintibidze (il sordomuto). Prod.: Lenfilm. 35mm. D.: 90’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I sistemi sonori nelle repubbliche sovietiche erano molto deboli, e alla metà degli anni Trenta perfino in grandi aeree cinematografiche come l’Ucraina e la Georgia la maggior parte dei film parlati non aveva una qualità migliore dei primi esperimenti del 1929. Alcuni registi trovarono ragionevole continuare a girare muti fino al 1935-1936. Pridanoe Žužuny è una commedia che parla di ladri di cavalli, fattorie collettive e amore. Era il debutto alla regia di Siko Palavandišvili, già divo del cinema muto e assistente di Michail Kalatozov nel leggendario Sol’ Svanetii (Il sale della Svanezia, 1930). C’era una dicotomia nel cinema georgiano: una tendenza portava ad applicare le più recenti tecniche di ripresa e di montaggio a convenzionali melodrammi etnografici, l’altra a lanciarsi in ogni tipo di esperimenti dell’avanguardia più radicale (alla fine degli anni Venti la Georgia divenne uno dei centri dell’avanguardia sovietica, lontano da Mosca c’era molta più libertà). Palavandišvili apparteneva a entrambe le scuole: come attore melodrammatico stava con i ‘tradizionalisti’, come assistente di Kalatozov e ammiratore di Ėjzenštejn era accettato dagli ‘sperimentalisti’. Nel suo primo film cercò di mescolare le due tendenze. In Pridanoe Žužuny sono presenti l’esotismo etnografico e il melodramma, mostrati accuratamente solo al fine di deriderli. Ma derisi non per amore dei simboli, del montaggio rapido o delle angolazioni di ripresa stravaganti come in Sol’ Svanetii. Ciò che rende Pridanoe Žužuny un film così bello è la sua completa mancanza di pathos, nazionale o sociale, georgiano o russo. Non c’è slapstick, le gag sono praticamente assenti. Eppure è una commedia, e anche divertente. L’ironia lievemente sentimentale fu il tono scelto per questo film da Palavandišvili: contribuiva a filtrare le assurdità della vita e a distruggerle con il buonsenso. Il film fece da modello a una lunga tradizione di commedie georgiane. Palavandišvili non vide gli sviluppi di questo stile. Due mesi prima dell’uscita di Pridanoe Žužuny, tormentato da un amore non corrisposto, si uccise. Il necrologio per il principale giornale cinematografico sovietico, “Kino”, fu scritto da Ėjzenštejn.

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