PÉPÉ LE MOKO
Sog.: dal romanzo omonimo (1931) di Henri La Barthe. Scen.: Jacques Constant, Julien Duvivier, Henri Jeanson. F.: Marc Fossard, Jules Krüger. M.: Marguerite Beaugé. Scgf.: Jacques Krauss. Mus.: Mohamed Yguerbuchen. Int.: Jean Gabin (Pépé le Moko), Mireille Balin (Gaby Gould), Gabriel Gabrio (Carlos), Saturnin Fabre (il nonno), Line Noro (Inès), Lucas Gridoux (ispettore Slimane), Gilbert Gil (Pierrot), Marcel Dalio (Arbi), Fréhel (Tania), Paul Escoffier (commissario Louvain). Prod.: Robert Hakim, Raymond Hakim per Paris Film Production. DCP. D.: 94’. Bn.
Scheda Film
Braccato dalla polizia, il pregiudicato Pépé le Moko si rifugia nella casbah di Algeri, un quartiere meticcio nel quale le autorità non osano entrare. Si innamora di una francese, una sofisticata donna di facili costumi, Gaby, che lo attira fuori dalla sua tana, nella città coloniale dove è possibile catturarlo.
Nel 1937, aiutato dagli sceneggiatori Henri Jeanson e Jacques Constant, Julien Duvivier adatta il romanzo di Henri La Barthe. Regista elegante e capace, affermatosi all’inizio degli anni Trenta grazie al grande successo di La beffa della vita, con questo film miete un nuovo trionfo. Jean Gabin, che ha già incrociato quattro volte il cammino del regista (in Il giglio insanguinato, Golgota, La Bandera, La bella brigata) è al culmine della fama. Il successo di Pépé consoliderà il suo rango di star del cinema francese. Come nella maggior parte dei suoi film dell’epoca (con l’eccezione di Golgota dove interpretava Ponzio Pilato), Gabin incarna qui il fuorilegge, l’avventuriero messo al bando e maledetto disposto a sottomettersi unicamente alla propria passione. La coprotagonista Mireille Balin, che ritroverà Gabin in Gueule d’amour di Grémillon, è una perfetta femme fatale.
C’è anche Fréhel, che canta la nostalgia di Parigi, nostalgia che si rivelerà fatale a Pépé: “Dirà rimpiangendo Parigi / Dov’è il mio mulino di Place Blanche / Dov’è il mio bar, l’osteria del quartiere? / Per me era domenica tutti i giorni. / Dove sono gli amici, i compagni? / Dove sono tutti i balli di un tempo? / Le baldorie al suono della fisarmonica…”).
Il film, che mescola realismo poetico e stile ‘coloniale’, piacerà molto a Hollywood dove sarà adattato due volte, dapprima dalla United Artists nel 1938 e poi dalla Universal dieci anni dopo: Un’americana nella Casbah di John Cromwell con Charles Boyer e Hedy Lamarr e Casbah, affidato al giovane regista John Berry con Tony Martin e Yvonne De Carlo nei ruoli dei protagonisti.
Edouard Waintrop