OTEC SERGIJ

Jakov Protazanov

T. alt.: Kniaz Kasatskii. Sog.: dall’omonimo racconto di Lev Tolstoj. Scen.: Alexander Volkov. F.: Nikolaj Rudakov, Fëdor Burgasov. Int.: Ivan Mozžuchin (principe Kasatskij / padre Sergio), Natal’ja Lisenko (la vedova di Makovkin), Vera Dženeeva (sua figlia), Vladimir Gajdarov (Nikolaj I), Ol’ga Kondorova (la contessa Korotkova), Nikolaj Panov (il padre di Kasatskij), Iona Talanov (il mercante), Vera Orlova (sua figlia). Prod.: Iosif Ermol’ev 35mm. L.: 2190 m. D.: 106′ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Benché realizzato dopo l’ottobre 1917, Otec Sergij fu l’ultimo grande film del cinema russo prerivoluzionario. In esso trovano spazio sia una lettura critica dello zarismo, sia il fascino esercitato dal fruscio degli abiti di seta nelle sale da ballo. Protazanov aveva una particolare sensibilità per le alternanze storiche e per i cambiamenti che esse comportavano. Per questo ottenne successo nella Russia prerivoluzionaria come in epoca sovietica. Protazanov è un ottimo esempio di regista popolare capace di legittimare le sperimentazioni delle avanguardie. In Otec Sergij, che fu un grande successo, i creatori misero in atto tutte le innovazioni della loro epoca in fatto di profondità di campo, movimenti di macchina e doppie esposizioni, tutte tecniche che erano già state impiegate soprattutto dal raffinato regista Evgenij Bauer.
L’adattamento del racconto eponimo di Lev Tolstoj ne condivide la struttura agiografica. Il film narra la trasformazione dall’adolescenza alla vecchiaia del protagonista, interpretato dal brillante Ivan Mozžuchin. Non sono solo i cambiamenti esteriori ottenuti con il trucco a rendere Mozžuchin perfetto prima nella parte del mondano vanesio e poi nel ruolo del vecchio eremita. Per ogni periodo della vita del personaggio, lo troviamo inserito in ambienti nuovi e assistiamo al cambiamento che lo spazio produce sulla sua interpretazione. (È degna di nota la scelta del regista di usare ambienti reali, come il Circolo dei nobili a Mosca, il corpo dei Cadetti e gli interni del monastero, anziché ricostruirli in teatro di posa). Nel padre Sergio di Mozžuchin ammiriamo l’interpretazione di uno dei più grandi attori del cinema muto.
Il principale interesse di Otec Sergij è dato dalle svolte drammaturgiche che segnano le emozioni del protagonista. In gran parte delle scene Mozžuchin rimane da solo in primo piano, assorto nelle sue emozioni. Otec Sergij si distingue tuttavia dalla produzione russa prerivoluzionaria, che era caratterizzata da un’atmosfera vivace attorno a figure immobili. Gli sviluppi della trama appaiono spesso bruschi e dinamici, come l’epoca cui appartiene il film.

Alisa Nasrtdinova

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