ONNA NO SAKA
Photo © Shochiku
[La salita di una donna]. T. int.: A Woman’s Uphill Slope. Sog.: dal romanzo di Hisao Sawano. Scen.: Kaneto Shindo. F.: Yoshio Miyajima. Scgf.: Junichi Osumi. Mus.: Toshiro Mayuzumi. Int.: Mariko Okada (Akie Tsugawa), Keiji Sada (Saburo Yaoi), Nobuko Otowa (Keiko), Kunitaro Sawamura (Kozo Fujisaki), Ganjiro Nakamura (Kiyosei III), Hizuru Takachiyo (Chiho), Momoko Kouchi (Yumi), Yataro Kitagami (Shuji). Prod.: Shochiku. 35mm. Col.
Scheda Film
Tra i film più teneri, vivaci e positivi di Yoshimura, questo dramma fu girato alla Shochiku anziché alla Daiei, ma costituisce un’affascinante appendice alle opere del regista che esplorano l’antica capitale Kyoto, le sue professioni tradizionali e il ruolo delle donne. Una complessa sceneggiatura di Kaneto Shindo segue le vicende della protagonista Akie, giunta a Kyoto dopo aver ereditato un’attività di produzione e vendita di dolci tradizionali. La sua esperienza è accostata alle vite di altri due personaggi femminili per permettere a Shindo e a Yoshimura di esplorare le varie possibilità aperte alle donne nel Giappone degli anni Sessanta.
La trama era tratta da un romanzo di Hisao Sawano, l’autore del libro che quattro anni prima aveva ispirato Yoru no kawa. Il critico di “Kinema Junpo” Heiichi Sugiyama osservò come Onna no saka riassumesse la sperimentazione con il colore che Yoshimura aveva tentato nel film precedente. In effetti la fotografia di Yoshio Miyajima (1910-98), che era stato anche operatore di Masaki Kobayashi in Ningen no joken (La condizione umana, 1958-61), Seppuku (Harakiri, 1962) e Kaidan (Kwaidan, 1964), è una delle qualità più memorabili del film; immagini di grande impatto catturano il paesaggio urbano di una Kyoto alle prese con la modernizzazione. I temi della tradizione e della modernità e il modo in cui si contrappongono e si completano a vicenda sono efficacemente impostati già nei titoli di testa, dove le immagini del famoso giardino zen del tempio di Ryoan-ji sono accompagnate dalla musica sperimentale di Toshiro Mayuzumi (1929-97). Riallacciandosi a queste feconde contrapposizioni, Sugiyama scrisse che “la combinazione tra la vecchia casa e Okada vestita di rosso è stranamente bella e armoniosa, senza suggerire uno scontro ideologico tra feudalesimo e modernità”.
In ogni caso la vivida interpretazione della star Mariko Okada (1933) è forse il maggior punto di forza del film; nel ruolo dell’eroina, una donna libera e concreta, incarna un modello postbellico di femminilità moderna. La madre di Akie è invece interpretata con particolare talento da Nobuko Otowa (1924-94), moglie di Shindo e abituale interprete dei film da lui diretti.
Alexander Jacoby e Johan Nordström