O PINTOR E A CIDADE

Manoel de Oliveira

tr. l.: Il pittore e la città. F. e M.: Manoel de Oliveira. Mu.: Luis Rodriguez. Canto: Orfeão do Porto. In.: Antonio Cruz (il pittore), Oporto (la città). P.: Manoel de Oliveira. 35mm. L.: 737m. D.: 27’ a 24 f/s. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Al suo ritorno dalla Germania, dove si era recato negli anni Cinquanta per studiare il colore, decide di girare a proprie spese un nuovo documentario su Oporto, che esce nel 1956. O Pintor e a Cidade è una specie di ritorno alle origini (il suo film sul Douro) per avvicinare il fiume e la città in maniera del tutto diversa, fatto che è completamente sfuggito all’epoca dell’uscita del film. In opposizione a Douro, che era un film di montaggio, Oliveira sceglie di realizzare un film fatto di campi lunghi, in cui la durata assume per la prima volta il ruolo di concetto guida. Oliveira ha detto che questo film ha costituito la svolta più importante della sua carriera, assieme a Benilde ou a Virgem Mae, del 1975. Concludiamo con le sue parole: “Per la prima volta nella mia opera ho utilizzato dei campi lunghi, lunghissimi. In quel periodo non si giravano mai dei campi così lunghi, o se si facevano io non lo sapevo. Quello che mi interessa in O Pintor e a Cidade è il gioco con la durata. O Pintor e a Cidade non è un remake di Douro. In qualche modo ne è l’opposto, ed esprime, a partire da questo film, la mia nuova concezione del cinema”.

João Bénard Da Costa

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