NEL PAESE DELL’ORO
P.: Cines. In.: Alberto Collo, Matilde Di Marzio. L.O.: 750 m. D.: 25’. 35mm.
Scheda Film
A fianco del film storico, che lascia gli spettatori di tutto il mondo ammirati dinnanzi alla capacità dei cineasti italiani di montare degli spettacoli così fastosi, occupa un posto notevole – senz’altro dal punto di vista quantitativo – il film d’avventura, un genere che ha sempre appassionato il pubblico e, all’interno di esso, si sviluppa, sin dai primordi, un sotto-genere, il “western all’italiana”.
Considerato il successo che, specie nei cinema più popolari, ottengono i film della Biograph, della Kalem o della Lubin, i produttori italiani mettono subito mano a delle imitazioni caserecce, a volte non del tutto indegne. Nelle storie vi è un po’ di confusione, i cowboys vestono come i gauchos delle Pampas, talvolta nelle praterie scorrazzano i leoni; Roberto Roberti, ad esempio, gira nel 1913 una Vampira indiana, in Terra promessa; Francesca Bertini è coinvolta in un’avventura che si svolge in Uganda (talvolta chiamata Ungada), dove i cattivi sembrano uscire da un film western della Vitagraph. Augusto Genina gira, tra il 1914 ed il ’15, un serial, di cui un episodio è ambientato nel West. E la lista potrebbe continuare: altri affermati divi e divine del cinema “nobile”, come Capozzi (Il supplizio dei leoni, 1914) o Hesperia (Sulla via dell’oro, 1913), dismettono marsine e abiti lunghi per indossare casacche con frangie alla Davy Crockett e pantaloni da cavallerizzo, maneggiando pistoloni che esplodono petardi al magnesio.
Nell’Arizona, terra di sogni e di chimere – come dice una canzonetta e dove è ambientato Nel paese dell’oro – non suonano chitarre, né cantano capinere. Alberto Collo e Matilde Di Marzio si impegnano strenuamente in cavalcate, inseguimenti e funambolismi azzardati. Le riviste cinematografiche dell’epoca stigmatizzano il genere: “Come non ne avessimo abbastanza di films d’importazione americana – tuona La vita cinematografica – anche le nostre Case sono prese dalla fregola di produrre soggetti esotici. E la Cines sembra ci sia messa di buona lena! Nel paese dell’oro è roba vista già in tante altre films giunteci dall’America, all’infuori di un cane: Toby. Peccato che entri in scena solo verso la fine, per cui l’entusiasmo del popolino e dei ragazzi si manifestò solo a proiezione quasi ultimata”. Intanto, “popolino e ragazzi” vanno in massa a vedere questi film, tanto che, ancora anni dopo, regolarmente faranno la loro comparsa diversi altri esemplari del genere
(Vittorio Martinelli)