MADAME DUBARRY
S.: su un idea di Fred Orbing (pseudonimo di Norbert Falk). Sc.: Hanns Kräly, Fred Orbing. Scgf.: Kurt Richter, Karl Machus. Cost.: Ali Hubert. F.: Theodor Sparkuhl. M.: Alexander Schirmann. In.: Pola Negri (Jeanne Vaubernier, poi Madame Dubarry), Emil Jannings (Louis XV), Reinhold Schünzel (il duca di Choiseul, Ministro dello Stato), Harry Liedtke (Armand de Foix), Eduard von Winterstein (il conte Jean Dubarry), Karl Platen (Guillaume Dubarry), Paul Biensfeldt (Lebel, valleto di camera del Re), Magnus Stifter (don Diego, ambasciatore spagnolo), Willi Kaiser-Heyl (Comandante della guardia), Elsa Berna (la Duchessa di Gramont), Fred Immler (Conte di Richelieu), Gustav Czimeg (il Conte di Aiguillon), Alexander Ekert (Schuster Paillet), Marga Köhler (M.me Labille), Bernhard Goetzke, Robert Sortsch-Plá. P.: Projektion-AG Union, Berlino. 35mm. L.: 2280m. D.: 125’ a 16 f/s
Scheda Film
Del mio periodo di film storici e in costume citerei i tre straordinari Carmen, Madame Dubarry e Anna Boleyn. Secondo me l’importanza di questi film stava nel differenziarsi totalmente dalla scuola italiana, allora molto in voga e vicina all’Opera Lirica. Io ho cercato di ripulire i miei film dai riferimenti alla lirica e di portare su un piano più umano i miei personaggi storici – per me erano importanti tanto le piccole differenze più intime, quanto i movimenti di massa e ho provato a mischiare entrambi.
E. Lubitsch, Brief an Herman G. Weinberg, 10.7.1947, in Prinzler/Patalas, a cura di, Lubitsch und seine Filme, München, Heyne Verlag, 1992
Pola Negri è ancora oggi di straordinaria bellezza, inoltre oggi non si troverebbe nessun attore alla sua altezza per il ruolo di Emil Jannings. E la delicata decadenza dell’eletta Potsdam, con i suoi giardini e i suoi castelli, fa saggiare in maniera più profonda la dolcezza della vita nel mondo prerivoluzionario rispetto agli edifici storici reali di Versailles che appaiono piuttosto massicci e prepotenti contro il delizioso e annoiato rococò del latente omosessuale Grande Federico, per cui ci si può solo rallegrare del fatto che Lubitsch abbia girato il suo film a Potsdam e non a Versailles.
Helma Sanders-Brahms in Lubitsch, H.H.Prinzler/E.Patalas, a cura di, München-Luzern, Heyne Verlag, 1984