L’INVITATION AU VOYAGE

Germaine Dulac

In.: Emmy Gynt, Raymond Dubreil. 35mm. L.: 797 m. D.: 36′ a 20 f/s. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ne L’Invitation au voyage i fatti sono ridotti al minimo, quasi non ce ne sono. Due esseri si incontrano in un cabaret notturno, senza saper niente l’uno dell’altro. Si piacciono ma se lo dicono appena, forse sfiorano la felicità, poiché la vita, con i suoi doveri imperiosi, fa in modo che i sogni restino tali. Ciò che ho cercato di fare è suggerire, ad ogni istante, lo stato d’animo dell’uomo e della donna nelle minime sfumature della loro evoluzione sentimentale. Sia chiaro: suggerire, non descrivere. Tutto quello che sta al di fuori di questi due stati d’animo che si incontrano, si scontrano e si separano, lo ho volontariamente lasciato da parte. L’Invitation au voyage, che trae il titolo dal poema di Beaudelaire e dalla melodia di Duparc, potrebbe essere definito una melodia di immagini più che una trasposizione di fatti, se non temessi di apparire pretenziosa.

Germaine Dulac, conferenza al Soroptimist Club, 1927

Copia proveniente da

Copia preservata nel 1999