LES VAMPIRES. Episodio 3: Le Cryptogramme rouge
Scen.: Louis Feuillade, Georges Meiers. F.: Georges Guérin. Int.: Édouard Mathé (Philippe Guérande), Marcel Lévesque (Oscar Mazamette), Musidora (Irma Vep/Anne-Marie Le Goff), Jean Ayme (il Grande Vampiro), Maurice Luguet (il direttore del giornale), Delphine Renot (Madame Guérande), Louis Leubas (il padre Silence). Prod.: Société des Établissements L. Gaumont. DCP. D.: 48’. Bn.
Scheda Film
Les Vampires offre piaceri che trascendono l’interpretazione dei surrealisti, i quali vi videro – per citare Louis Aragon – “una rivelazione sessuale” e una celebrazione della criminalità. Il serial era pensato per divertire e distrarre gli spettatori preoccupati per il trascinarsi della guerra e per i loro cari al fronte. Perciò il racconto di imprese criminali era condito di elementi comici e di una scherzosa sfida alle autorità. Nel ruolo del finto tonto Mazamette, ex-Vampiro divenuto aiutante del giornalista in lotta contro i banditi, il celebre attore comico Marcel Lévesque supera brillantemente in astuzia i suoi compagni d’un tempo, avventura dopo avventura. I vampiri, dal canto loro, sembrano un vispo incrocio tra la famigerata Banda Bonnot e gli intriganti Apache, e ciò conferisce un gusto anarchico e ribelle alle loro malefatte. Con trucchi fantastici e chiaramente improbabili smascherano l’incompetenza dei rappresentanti del potere, come i poliziotti e i paladini della giustizia, che tendono a prenderli troppo sul serio. Nei panni dell’inafferrabile e sensuale Irma Vep anche Musidora contribuì agli aspetti ironici del serial. Indossando un nuovo travestimento in ciascun episodio, l’attrice era incaricata di ‘informare’ gli spettatori che stavano guardando Irma Vep, e lo faceva rivolgendo alla macchina da presa il celebre sguardo obliquo e ponendo le mani sui fianchi nella posa degli Apache. Questi espedienti rendevano giocosa e ironica l’altrimenti misteriosa e sconcertante Irma Vep, creando così una complicità fondamentale tra Musidora e il pubblico, come indicò l’attrice in un’intervista a Radio Suisse Romande (18 novembre 1947): “Penso che tra me e il pubblico ci fosse una certa intesa. È un’assassina, ci si diceva, ma lo fa per divertirci, non per spaventarci. Perché alla fine si rideva…”.
Annette Förster