LE JOUEUR D’ECHECS

Raymond Bernard

Sc.: R. Bernard, Jean-José Frappa, dal romanzo omonimo di Henri Dupuy-Mazuel. F.: Joseph-Louis Mundviller, Marc Bujard. Mu.: Henri Rabaud. Scgf.: Jean Perrier. C.: Eugène Lourié. In.: Pierre Blanchar (Boleslas Vorowski), Charles Dullin (barone von Kempelen), Edith Jehanne (Sophie Novinska), Camille Bert (maggiore Nicolaieff), Pierre Batcheff (principe Serge Oblomoff), Marcelle Charles Dullin (Catherine II), Jacky Monnier (Wanda), Armand Bernard (Roubenko), Alexiane (Olga), Pierre Hot (re Stanislas), James Devesa (principe Orloff), Fridette Fatton (Pola). P.: Société des Films Historiques. 35mm. D.: 134′ a diverse velocità tra 18 e 23 f/s. In due atti / in two Acts.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Non c’è un metro di pellicola che non sia perfetto, tanto per la messa in scena quanto per la fotografia e l’interpretazione; insomma, bisogna lodare senza riserve Henri Dupuy-Mazuel, Raymond Bernard e tutti i loro preziosi collaboratori. Tra le tante scene che bisognerebbe citare, se si volesse intraprendere uno studio approfondito del film – studio che sarebbe comunque incompleto, visto che le immagini non si traducono a parole – ce n’è una a cui è stata riservata un’autentica ovazione. È quella, magnifica, splendida, dotata di una potenza e uno slancio forse mai raggiunti prima, delle cariche della cavalleria in una battaglia allucinante evocata, nella sua esaltazione, dall’eroina del film. Non si può immaginare, senza averla vista, non si può nemmeno descrivere, avendola ammirata, tutto ciò che Bernard e i suoi operatori hanno saputo trarre di angosciante e al tempo stesso meraviglioso da queste cariche nelle pianure polacche.

Jean de Mirbel, Cinémagazine, 7, 14 gennaio 1927

Il conservatorismo di Rabaud, unito al suo incarico di direttore di Conservatorio, potrebbero indurci ad aspettarci una musica arida e priva di colore, impermeabile agli sviluppi più moderni. Eppure è vero il contrario, come risulta evidente nell’accompagnamento musicale per Le Joueur d’échecs, al quale egli lavorò nel 1926 in stretta collaborazione con Raymond Bernard. Le potenzialità del nuovo medium e le specifiche opportunità di caratterizzazione offerte dalla storia ispirano la sua immaginazione e il suo talento professionale. L’ambientazione nel XVIII secolo gli permette di comporre una sorta di pastiche classico, e nello stesso tempo di utilizzare l’arpicordo di recente introduzione (mentre Paulenc e de Falla compongono i loro concerti per l’arpicordista Warda Landowska). Le scene di ambientazione polacca gli permettono di utilizzare alcuni inni nazionali simili ai corali di Bach prediletti da Franck. La sua esperienza operistica e il suo innato lirismo gli tornano assai utili nella composizione di ardenti melodie per le scene d’amore. Ma è il suo stile moderno a suscitare il massimo interesse. Tutta la partitura è colma di ricche, talvolta ambigue armonie che rispecchiano l’atmosfera di sotterfugio e inganno della storia, contribuendo a creare il senso di un destino incombente. Ogni movimento, integrato e personale, contribuisce a creare un’accompagnamento talmente suggestivo, evocativo e raffinato, che talvolta è il film a sembrare scritto per la musica, piuttosto che il contrario.

Roderick Swanston, Royal College of Music

 

Copia proveniente da

Restaurato dai negativi nitrati originali

Musica di Henri Rabaud, diretta da Carl Davis. Sincronizzazione HiFi a cura di Photoplay Productions