LE BALLET MECANIQUE
F.: Dudley Murphy; Mu.: George Antheil; Mo.: Fernand Léger E Dudley Murphy; Int.: Kiki De Montparnasse, Katherine Murphy, Dudley Murphy 35mm. L.: 375 M. D.: 18’13’’ A 18 F/S.
Scheda Film
La partitura originale di George Antheil “Ballet pour instruments mécaniques et percussions” richiedeva 16 pianoforti a rullo, un insieme di strumenti a percussione, due pianisti, una sirena, eliche d’aeroplano e campanelli elettrici. Antheil descrisse il suo lavoro come “il primo brano di musica sulla terra scritto per delle macchine”.
La partitura, che doveva originariamente accompagnare il film omonimo, in realtà non realizzò mai questo scopo. Presumibilmente a causa di problemi di comunicazione tra Fernand Léger e Antheil, lamusica risultò di lunghezza quasi doppia rispetto al film. Nel 1952 Antheil produsse una revisione della sua opera per permetterne l’esecuzione a un’orchestra ‘regolare’, ma a causa dell’elevata complessità sia musicale che tecnica, Ballét mécanique viene tutt’ora raramente eseguito senza l’ausilio di computer o registrazioni multi-traccia.
In questa occasione, ad eccezion fatta per il suono prodotto da eliche di aeroplano, tutti gli strumenti inclusi piano, xilofono e sirena verranno suonati dal vivo dagli orchestrali. La partitura prevede: glockenspiel, eliche di un aeroplano piccolo e grande, gong, piatti, woodblock, triangolo, tamburo militare, tamburello basco, campanello elettrico piccolo, campanello elettrico grande, tamburo tenore, grancassa, 2 xilofoni, 4 pianoforti e una sirena.
Timothy Brock
La storia dei film di avanguardia è assai semplice. È una reazione diretta contro i film con sceneggiatura e attori. È la fantasia e il gioco opposti all’ordine commerciale degli altri. Non è tutto. È la rivincita dei pittori e dei poeti. In un’arte come quella in cui l’immagine dovrebbe essere tutto e invece è sacrificata a un aneddoto romanzesco, bisognava difendersi e provare che le arti d’immaginazione, relegate fra quelle accessorie, potevano, da sole, con i loro propri mezzi, creare dei film senza sceneggiatura considerando l’immagine mobile come il personaggio principale. (…) Qualunque cosa sia il Ballet mécanique (…) lo scopo è evadere dalla medietà, liberarsi dei pesi morti che sono la ragion d’essere degli altri. Affrancarsi dagli elementi che non sono puramente cinematografici. Lasciare correre la fantasia con tutti i suoi rischi, creare l’avventura sullo schermo come essa si crea ogni giorno in pittura e in poesia.
Fernand Léger, “Fonctions de la peinture”, Gouthier, Parigi, 1965