LE ACQUE MIRACOLOSE

Eleuterio Rodolfi

Sog., Scen.: Arrigo Frusta. Int.: Eleuterio Rodolfi (il dottore), Gigetta Morano (Gigetta), Umberto Scalpellini (Cornelius), Nilde Bruno (una balia). Prod.: S.A. Ambrosio. 35mm. L.: 192 m. D.: 11’ a 16 f/s. Imbibito (Desmetcolor)

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il gioco visivo proposto nella prima parte del film è strepitoso: il condominio è una casa di bambola dai muri davanti sfondati. Ne scaturisce una sorta di split-screen che squaderna quattro appartamenti (più scala centrale) da esplorare alla ricerca di collegamenti più o meno palesi. Ma la seconda parte è ancor più sconcertante. Avviene che, su suggerimento del medico curante, il buon Cornelius (nomen omen) accetta volentieri di inviare la moglie alle cure termali, con la speranza di vincerne la presunta infertilità. Il dottore, guarda caso, si farà trovare nei paraggi, e il marito ne uscirà becco e con prole (non sua) a carico. Qui Frusta costruisce la vicenda attorno a una metafora visiva di gigantesca malizia: una brocca che appare e scompare e riappare più volte: vuota, in attesa di essere riempita, tanto debordante di liquido da poterne anche sprecare.

Copia proveniente da