Lawrence Of Arabia
T. it.: Lawrence d’Arabia. Sog.: dall’autobiografia di T.E. Lawrence. Scen.: Robert Bolt, Michael Wilson. F.: F.A. Young. Mo.: Anne V. Coates. Scgf.: John Box. Co.: Phyllis Dalton. Mu.: Maurice Jarre. Su.: Paddy Cunningham, John Cox, Winston Ryder. Int.: Peter O’Toole (T.E. Lawrence), Alec Guinness (Principe Feisal), Anthony Quinn (Auda Abu Tayi), Jack Hawkins (Generale Allenby), Omar Sharif (Ali), José Ferrer (Bey turco), Anthony Quayle (colonnello Brighton), Claude Rains (Mr Dryden), Arthur Kennedy (Jackson Bentley), Donald Wolfit (generale Murray), I.S. Johar (Gasim), Gamil Ratib (Majid), Michael Ray (Farraj), John Dimech (Daud), Zia Mohyeddin (Tafas). Prod: Columbia Pictures, Horizon Pictures, Sam Spiegel, David Lean. Pri. pro.: 10 dicembre 1962 DCP. D.: 222’. Col.
Scheda Film
La versione restaurata di Lawrence of Arabia, presentata al Festival di Cannes nella sezione Cannes Classics, si basa sul Director’s Cut uscito nel 1989, che comprende 21 minuti di materiale inedito, portando la durata complessiva del film a 3 ore e 42 minuti. Nel corso degli anni il film era stato pesantemente rimaneggiato, ma nel 1988 è stata intrapresa la sua ricostruzione, prodotta da Robert A. Harris e Jim Painten. David Lean e Anne V. Coates, montatrice dell’edizione originale, hanno poi lavorato sul film per realizzare la versione Director’s Cut. Sarà un film enormemente lungo, malgrado copra un periodo di soli due anni. Durerà almeno tre ore, forse persino quattro. Abbiamo dovuto trattare la storia con estrema economia drammatica. Per questo siamo stati costretti a condensare alcuni fatti e a riunire sei personaggi in uno. Nella storia di Lawrence erano coinvolti molti militari. Sarebbe stato impossibile inserirli tutti nella sceneggiatura, così ne abbiamo uno solo (interpretato da Anthony Quayle) che li rappresenta come ‘militare inglese’ ed è complementare al personaggio del generale Allenby interpretato da Jack Hawkins. Credo che questa sia la migliore interpretazione di Hawkins. […] Nel nostro ritratto di Lawrence non abbiamo potuto né voluto evitare gli aspetti controversi della sua vita privata. Per esempio mostriamo il suo lato masochista. Non abbiamo insinuato che Lawrence fosse omosessuale, ma tutto dipende dalla definizione che viene data di omosessuale. […] Non abbiamo omesso il clima politico dell’epoca, le relazioni tra arabi e britannici; ma il contesto politico non era il nostro principale interesse. Spero soprattutto di aver creato un eroe davvero singolare. Non vedo l’ora di conoscere la reazione degli spettatori. Non so come prenderanno il Lawrence che abbiamo deciso di mostrare, perché per certi versi è una figura eroica affatto tradizionale e alcuni suoi gesti sono eroici, ma fa anche cose che possono scandalizzare gli spettatori. Penso che il pubblico non sia abituato a questo genere di shock. […] Il film è stato girato in 65mm con processo Panavision. Abbiamo potuto vedere tutto il materiale girato in Giordania solo una volta tornati in Gran Bretagna. […] Supervisiono io stesso il montaggio, soprattutto le scene d’azione più complesse. Dato che sono stato montatore, per me è difficile tenere le mani lontane dalla celluloide. In fase di sceneggiatura nessuno può prevedere come verrà montata una scena; ma quando giro cerco di avere già in mente un’idea di montaggio. So già quali scene mi serviranno e tento di ottenerle, spostando qua e là gli attori senza ripetere tutta l’azione con una diversa disposizione. A volte ci si sbaglia e allora mi maledico di non aver girato un campo lungo che in seguito si sarebbe rivelato necessario.
(David Lean, Out of the Wilderness, “Films and Filming”, n. 100, gennaio 1963)