LA TIERRA DE LOS TOROS
Int.: Musidora, Antonio Cañero. Prod.: Société des Films Musidora. 35mm. D.: 59’. Bn.
Scheda Film
Mio caro Cinémagazine,
Eccomi nella Tierra de los toros di cui sto terminando il montaggio, più complicato di un rompicapo cinese. Spero di uscirne vittoriosa. La regia è tra le più ardue e pericolose. Le nuove star (dei magnifici tori) che interpretano il mio film esprimono tutti i possibili movimenti e gesti. Ho io stessa ‘toreato’ e provo una fierezza indescrivibile perché non si potrà dire che mi sono fatta sostituire nelle scene in cui il gentil sesso sarebbe legittimato a sottrarsi. Il che potrà forse in futuro assicurarci un diritto di voto. Chissà? Caro Cinémagazine, a presto con altre notizie.
Musidora, “Cinémagazine”, n. 15, 11 aprile 1924
Per il suo ultimo film, La tierra de los toros, Musidora concepisce una formula innovativa che coniuga cinema e teatro: una sorta di ‘spettacolo totale’ nel quale regna come attrice cinematografica, cantante e attrice teatrale, sullo schermo e sulla scena, privilegiando la modalità comica e la mise en abîme, l’autofiction e l’autoironia. Giocando con la propria immagine, Musidora regola i conti con il cinema, la stampa e lo star system, ma anche con il pubblico. Con umorismo, naturalezza e sincerità, senza alcuna amarezza. Il film si suddivide inizialmente in cinque parti: La vida de un ganadero, La víspera de una corrida, El rejoneador, La fea, Metamorfosis e un epilogo. Una aventura de Musidora en España, versione breve ed elementare del film, viene inserita sin dal 1922 nei suoi spettacoli sui palcoscenici spagnoli. Scritto insieme all’amante Antonio Cañero – che è anche coprotagonista – e insieme a lui finanziato, La Tierra de los toros è il solo film in cui Musidora si presenta come unica regista nonché autrice della sceneggiatura originale. Libero come la sua artefice, il film mescola immagini documentarie e finzione allontanandosi di molto dalle norme del cinema commerciale dell’epoca, caratteristica che ne impedirà la normale diffusione nelle sale. È stato proiettato sporadicamente nel febbraio del 1924 in Spagna e risulta difficile trovare notizie sulla sua circolazione in Francia al di là di una proiezione avvenuta il 3 giugno 1924 a Lione.
Marién Gómez Rodríguez
Per questa retrospettiva viene proposto uno spettacolo scandito da tre interruzioni, a ricalcare lo spettacolo concepito da Musidora tra il 1922 e il 1924. Interpreti, Los Musidoros: Émilie Cauquy, Marién Gómez Rodríguez, Clément Lafite, Frédéric Tabet, Elodie Tamayo.
Il bello della vita è fare progetti e vedere che si realizzano, seppur lentamente. Niente si presta a fare progetti più del cinema, vasto campo di idee nel quale si cerca, si classifica, si decide.
Musidora, “Le Film”, 15 gennaio 1920
Sebbene non vi sia alcuna fonte diretta che documenti le esibizioni dal vivo di Musidora (nessuna registrazione, nessuna indicazione precisa sulla struttura dello spettacolo, improvvisato in funzione dei luoghi), sappiamo però che le apparizioni in carne e ossa di Musidora e Antonio Cañero si ispiravano liberamente alla sceneggiatura originale, come evidenziato dall’apparizione di un direttore di scena nella copia di distribuzione. La nostra ambizione è di ricreare un’atmosfera, di ricostruire un folle amore geografico (Andalusia, Siviglia, Cordoba) e di fantasticare una Musi stravagante, libera, cineasta e innamorata. Il carattere fantomatico è del tutto consapevole. Non si tratta di interpretare Musidora ma piuttosto di farla apparire con diversi mezzi, con tutta la precisione e la goffaggine degli archivisti-studiosi che si improvvisano saltimbanchi. Questa fantasmagoria è realizzata sulla base di documenti privati (lettere), archivistici (sceneggiatura originale, dichiarazioni di intenti), ufficiali (pubblicazioni, articoli, registrazioni radiofoniche) o completamente inventati (carte da gioco, il tutto punteggiato da zapateos, jaleos e palmas di flamenco, merletti, ventagli, mantiglie e scatola musicale Polyphon). Parole, suoni, proiezioni che fanno battere il cuore.
Émilie Cauquy