La Greve Des Cuisinieres
T.Alt.: La Grève Des Bonnes; T. Ing.: Maids On Strike; Prod.: Pathé 35mm. L.: 140 M. D.: 7’40” A 16 F/S. Bn
Scheda Film
Come Bonsoir: Tilly Bebe, die beruhmte Lowenbandigerin (Germania, 1908): Tilly Bébé dentro un vestitino di balze in un’eccessiva ostentazione di trasporto femminile: più che dominare si struscia in giro. E dopo la presentazione dell’enorme bocca del leone, Tilly dondola il proprio sedere in un accennato cancan direttamente sul muso dell’animale. All’inizio del XX secolo, il movimento per il diritto al voto delle donne – il movimento delle suffragette – divenne soggetto cinematografico. Ora, lungo le strade delle città, appariva qualcosa che non sembrava più essere tanto addomesticabile e che suscitava grandi paure: le donne si organizzavano, spesso anche quelle ben protette della borghesia, e richiamavano concretamente alla partecipazione di processi democratici! Nel 1913 finirono in carcere già più di 1000 suffragette per le loro lotte politiche. Accanto alle caricature sulla stampa, venivano prodotti cinegiornali e melodrammi, così come innumerevoli commedie facevano riferimento al movimento, in tutta la loro ambivalenza tra sovversione e affermazione. Raccontavano al pubblico che il posto delle donne era in casa e non all’urna elettorale e che queste furie diventate selvagge, che adesso, improvvisamente, spuntavano in massa nelle strade, si erano mascolinizzate, che trascuravano le loro famiglie e che addirittura incendiavano gli edifici pubblici.
Nei film (anti-) suffragette le femministe sono spesso delle donne cadute in errore che si cerca di riportare sulla retta via. Da tutte le parti c’è spazio per un voyeurismo complice. Anche gli uomini si travestono da suffragette: per illustrare l’inadeguatezza e il grottesco di questa trasgressione femminile dei ruoli oppure per agire in modo ancora più violento contro l’ordine vigente? La piccola Lily dà prova di femminilità e i tomboys sullo steccato – innalzato dalla fraternity of men – fanno ciondolare le loro gambe dinoccolate, piene di arioso e voluttuoso piacere nel non lasciarsi mai domare.
Madeleine Bernstorff