KYNODONTAS

Yorgos Lanthimos

Sog., Scen.: Yorgos Lanthimos, Efthymis Filippou. F.: Thimios Bakatakis. M.: Yorgos Mavropsaridis. Scgf.: Elli Papageorgakopoulou. Int.: Christos Stergioglou (padre), Michelle Valley (madre), Aggeliki Papoulia (figlia maggiore), Mary Tsoni (figlia minore), Hristos Passalìs (figlio), Anna Kalaitzidou (Christina). Prod.: Yorgos Tsourgiannis per Boo Productions. DCP. D.: 96’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Kynodontas potrebbe essere letto come un esempio superlativo di cinema dell’assurdo, ma anche come qualcosa di diametralmente opposto: un’opera di realismo psicologico clinicamente e spietatamente intima. […] In un luogo imprecisato della campagna greca un ricco uomo d’affari e capofamiglia di mezza età possiede una bella casa con un bel parco e una splendida piscina, la cui manutenzione sembra essere gestita dalla famiglia senza aiuti esterni. Ha una moglie quietamente sottomessa e tre bei figli sulla ventina: due femmine e un maschio. […]
Ma in questo quadro c’è qualcosa che proprio non va. I figli, come si scopre con sgomento, sono infantilizzati: non hanno mai avuto il permesso di lasciare la casa di famiglia e, simili ai figli del Barone von Trapp chiamati a raccolta con un fischietto, sono stati addestrati all’obbedienza come cani che abbaiano e saltano a comando, ma sono anche in grado di camminare e parlare come esseri umani convincenti, anche se la loro conversazione suona forzata, come se fossero in un lieve stato di trance indotto dall’ipnosi. […] Kynodontas è un film dell’Europa meridionale che porta con sé l’influenza di qualcosa di più nordeuropeo. Con il suo nitore incontaminato, la sua luce fredda e i suoi impassibili accessi di violenza assomiglia inequivocabilmente a un film di Michael Haneke o dei suoi contemporanei austriaci, Ulrich Seidl e Jessica Hausner. Essendo io anglosassone, mi ha anche fatto pensare a William Golding e alle prime opere di Ian McEwan. La raggelante stranezza di una famiglia esteriormente normale ma orribile nelle sue dinamiche interne richiama inevitabilmente alla memoria Josef Fritzl e la sua cantina, e ricorda indirettamente Il settimo continente di Haneke. Forse i due sinistri ragazzi di Funny Games sono cresciuti in una famiglia come quella di Kynodontas. […] È un film sulla stranezza essenziale di ciò che la società insiste nel considerare il punto di riferimento della normalità: la famiglia, una città-stato fortificata con il suo dominio autocratico e suoi segreti inconfessabili.

Peter Bradshaw, “The Guardian”, 22 aprile 2010

Copia proveniente da

Restored in 4K from the 35mm camera and sound negatives by Boo Productions and mk2 Films at Asterisk* Post and I Hear Voices sound studio. Colour grading by Gregory Arvanitis and Thimios Bakatakis. Digital sound restoration by Landros Ntounis. The restoration process was supervised by the director, Yorgos Lanthimos.