KVITKA NA KAMENI / CVETOK NA KAMNE
Scen.: Vadym Sobko. F.: Serhij Revenko, Lev Štyfanov. M.: Marfa Ponomarenko. Scgf.: Mychajlo Rakovskyj. Mus.: Ihor Šamo. Int.: Boris Dmochovskyj (Varčenko), Hrihorij Karpov (Hriva), Liudmyla Čerepanova (Liuda), Inna Burdučenko-Kyryliuk (Khrystyna), Hrihorij Epifancev (Zahornyj), Mychajlo Nazvanov (Zabroda), Dmytro Franko (Čmych). Prod.: Studio cinematografico Dovženko. DCP. D.: 73’. Bn.
Scheda Film
Unico film in bianco e nero di Paradžanov, Kvitka na kameni è ambientato nel Donbas, la regione mineraria dell’Ucraina orientale. Combina due trame piuttosto slegate tra loro che ruotano rispettivamente attorno a due personaggi: il minatore Hryhorij Hriva (Hryhorij Karpov), un gaudente che si definisce “la bellezza e l’orgoglio del Donbas”, e una giovane dell’Ucraina occidentale, Khrystyna Ravljuk (Inna Burdučenko, che nei titoli appare come Inna Kyryliuk), che viene mandata nel Donbas con il compito di reclutare nuovi membri per una setta pentecostale. Entrambe le trame trattano della rieducazione riuscita di questi “elementi arretrati”, come venivano chiamati in epoca sovietica.
La ragione per cui le due linee narrative sembrano procedere ognuna per conto proprio è la tragica morte dell’attrice protagonista Inna Burdučenko, stella nascente del cinema ucraino, durante le riprese del film, originariamente affidato ad Anatolij Slisarenko. Slisarenko, regista ambizioso ma mediocre, ordinò all’attrice di correre più volte in un fienile in fiamme finché non rimase fatalmente ustionata. Fu poi condannato a cinque anni di carcere, e l’unico regista dello studio cinematografico Dovženko che fosse disposto a subentragli alla regia del disastroso film risultò essere Paradžanov. Questi si mostrò scarsamente interessato a costruire una parvenza di continuità a partire dal girato esistente. Aggiunse invece una serie di eccentriche scene a sé stanti che semmai accentuarono l’artificiosità del film. Ne risultò un mostruoso Frankenstein cinematografico.
Per coloro che conoscono la storia produttiva del film, la visione diventa un intrigante gioco di deduzione che consiste nel distinguere tra le scene girate da Slisarenko (tutte quelle interpretate da Burdučenko) e quelle aggiunte da Paradžanov (tutte quelle con Karpov), anche se il confine è a volte sfumato perché Paradžanov usò occasionalmente una controfigura per la star scomparsa. Lo sguardo del detective scopre così un film latentemente surrealista dalla sensibilità queer che decostruisce in corso d’opera la scialba narrazione social-realista.
Olga Briukhovetska