IL CONTROLLORE DEI VAGONI LETTO
S.: dalla commedia Le controleur des wagon-lits (1898) di Alexandre Bisson. Sc.: Mario Almirante. F.: Ubaldo Arata. In.: Oreste Bilancia, Léonie Laporte, Vittorio Pieri, Alberto Collo, Rita d’Harcourt, Lia Miari, Dino Bonaiuti, Pauline Polaire, Elena de Chiesa, Dorian Wild, Ernesto Collo, Annie Wild. P.: Alba Film. L.O.: 1681m. D.: 80’. 35mm
Scheda Film
La spassosa pochade di Alexandre Bisson ha avuto innumerevoli edizioni teatrali (celebre è rimasta in Italia quella curata dalla compagnia Galli-Guasti Ciarli-Bracci) nonché cinematografiche, la prima risalente al 1911, regia di Georges Monca.
La versione di Almirante, tutta una serie di situazioni imbarazzanti, allegri equivoci, imprevisti qui pro quo, smentisce la cattiva fama di cui gode il cinema italiano degli anni Venti, ritenuto assolutamente incapace di reggere il confronto con la produzione americana o tedesca.
“La pochade di Bisson – scrive un recensore dell’epoca – che abbiamo conosciuto attraverso l’indiavolata interpretazione teatrale di Dina Galli e Amerigo Guasti, nella riduzione cinematografica di Almirante è divenuta più brillante e signorile. Al posto del sapore pepato e boccaccesco che stuzzicava le papille del debosciato, noi gustiamo una vera allegrezza, un’ilarità fresca e serena nel seguire la serie delle avventure del finto controllore […]”.
Gran merito è da attribuirsi ad Oreste Bilancia, un attore comico oggi dimenticato, ma che è stato lungo tutto l’arco del cinema muto il pimento indispensabile di decine e decine di film.
Rotondetto, l’immancabile “caramella”, ghette felpate, Bilancia è riuscito ad insaporire con i suoi soprassalti, gli occhi attoniti, le sconfitte amorose con le protagoniste, inevitabilmente destinate ad Alberto Collo o a Gigi Serventi, una larga messe di allegre commedie scacciapensieri.
Si accorsero di lui anche i tedeschi che, dopo questo film, lo vollero in Germania. A Berlino, durante tutti gli anni Venti, apparve in almeno cinquanta film; anche li, la comicità candida e quasi lunare di Herr Bilancia riuscì a rendere meno squadrate le intelaiature che si costruivano a Neubabelsberg.
(Vittorio Martinelli)