I AM AN OX, I AM A HORSE, I AM A MAN, I AM A WOMAN
Int.: Kira Muratova, Natal’ja Rjazanceva, Lana Gogoberidze, Inna Čurikova, Nonna Mordjukova, Marija Turovskaja. Prod.: Penny Dedman per Triple Vision. DigiBeta.
Scheda Film
Nel 1985, già in clima di glasnost, Sally Potter andò in Unione Sovietica – che aveva già visitato varie volte e alla quale si sentiva molto legata artisticamente e politicamente – per esplorare gli archivi cinematografici di stato. I Am an Ox, I Am a Horse, I Am a Man, I Am a Woman fece conoscere agli spettatori della televisione britannica alcuni capolavori del cinema sovietico che erano rimasti intrappolati dietro la Cortina di ferro. Esaminava la figura mitica di Madre Russia ma anche le realtà vissute da chi faceva arte sotto il comunismo, ponendo in primo piano e sottolineando il ruolo paritario delle donne come registe, sceneggiatrici e interpreti. […] Il titolo del documentario fa pensare alle molteplici identità di Orlando, e le intervistate parlano del loro essere donne in termini che vanno molto al di là del femminismo angloamericano degli anni Ottanta, influenzando la posizione che Potter andava allora precisando nella sua riflessione sul genere. Quando la sceneggiatrice Natal’ja Rjazanceva commenta che “le donne erano meglio attrezzate per compiere […] osservazioni dettagliate delle profondità dell’animo umano” il pensiero corre alle parole di Potter a David Ehrenstein secondo cui Orlando non è un film sulla guerra dei sessi ma sull’immortalità dell’anima. Le interviste compongono anche un quadro complessivamente diverso del rapporto tra arte e vita in una società fondata sulla teoria e la pratica socialista. La regista Kira Muratova afferma che “il cinema non è un’isola. Fa parte del continente storico dell’attività umana”. Questa singolare riconsiderazione dell’arte come lavoro onesto anziché come distrazione dilettantesca segnerà anche la scoperta di Orlando dei propri talenti. […] Nel documentario Potter affina il proprio mestiere di regista per abbracciare tutti e tre i significati formulati dalla regista georgiana Lana Gogoberidze, quando afferma di volere che i suoi film siano “personali e che si esprimano in autonomia – e voglio esprimermi in quanto donna”. Con Orlando Potter si proclama artista secondo la definizione di I Am an Ox: personale, in grado di esprimersi autonomamente osservando l’animo umano in un lavoro che è parte del continente storico dell’attività umana.
Sophie Mayer, The Cinema of Sally Potter: a Politics of Love, Wallflower Press, Londra 2009