GOLDEN EIGHTIES

Chantal Akerman

Scen.: Chantal Akerman, Jean Gruault, Leora Barish, Henry Bean, Pascal Bonitzer. F.: Gilberto Azevedo, Luc Benhamou. M.: Francine Sandberg. Scgf.: Serge Marzolff. Mus.: Marc Herouet. Int.: Myriam Boyer (Sylvie), John Berry (Eli), Delphine Seyrig (Jeanne Schwartz), Nicolas Tronc (Robert), Lio (Mado), Pascale Salkin (Pascale), Fanny Cottençon (Lili), Charles Denner (signor Schwartz). Prod.: La Cécilia, Paradise Films, Limbo Film AG. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Per il suo ultimo grande ruolo cinematografico Delphine Seyrig ritrova Chantal Akerman alcuni anni dopo Jeanne Dielman, dove interpretava una casalinga meticolosa. Golden Eighties, commedia musicale burlesca, tenera e frenetica, fa indossare ancora una volta gli abiti della piccola borghesia alla sfavillante attrice e militante femminista con il personaggio di Jeanne Schwartz, negoziante della Galerie de la Toison d’Or di Bruxelles. Tuttavia, sotto le apparenze del conformismo sociale in abito nero e colletto bianco, Jeanne appare come uno dei personaggi più politici della galassia di eroine akermaniane. Bella donna di mezz’età, proprietaria di un negozio d’abbigliamento, diviene il fulcro di questo film sull’amore e il commercio prima dell’arrivo della crisi economica. Confidente di tutta la galleria commerciale, è la sacerdotessa della quieta felicità. La sua dolcezza nasconde però l’immenso trauma della Seconda guerra mondiale e il silenzio di una donna sopravvissuta all’Olocausto. Distrutta dall’esperienza dei campi, la sua incapacità di parlare riecheggia il silenzio della madre della regista, altra sopravvissuta alla grande tragedia del XX secolo. Per Jeanne la felicità è quindi un dovere politico, unico baluardo contro la barbarie. Il mondo così com’è, con i suoi andirivieni e i suoi desideri ostacolati, poggia sulla solidità e la gentilezza di questa fata della speranza. Su di lei non aleggia mai il rimpianto, come se, per il cinema francofono, Seyrig si congedasse diffondendo la speranza.

Gabriela Trujillo

 

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2024 da Cinémathèque royale de Belgique in collaborazione con Fondazione Chantal Akerman presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire dal negativo originale 35mm e dal mix audio originale. Con il sostegno di Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Leora Barish, Henry Bean, Ostrovsky Family Fund (OFF), SWA. Restauro supervisionato da Luc Benhamou.