F.T.A. (F*** The Army)

Francine Parker

Scen.: Michael Alaimo, Len Chandler, Pamela Donegan, Jane Fonda, Rita Martinson, Robin Menken, Holly Near, Donald Sutherland, Donald Trumbo. F.: Eric Saarinen, Juliana Wang, John Weidman. M.: Joel Morwood, Michel Beaudry. Int.: Jane Fonda, Donald Sutherland, Pamela Donegan, Len Chandler, Michael Alaimo, Holly Near, Paul Mooney, Rita Martinson, Yale Zimmerman. Prod.: Francine Parker, Jane Fonda, Donald Sutherland per Duque Films. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un giorno d’autunno del 1970, mentre ero impegnata nelle riprese di Una squillo per l’ispettore Klute […], venne a trovarmi un uomo di nome Howard Levy. Era una celebrità nel movimento dei GI, un medico che era stato in prigione per essersi rifiutato di addestrare le forze speciali in partenza per il Vietnam. Lanciò un’idea a Donald [Sutherland] e a me: perché non mettere insieme un’alternativa antimilitaristica al tradizionale spettacolo bellicista di Bob Hope? Aveva trovato persino il nome: F.T.A.. Si trattava di un acronimo popolare tra i soldati (Fuck the Army, affanculo l’esercito), ma per noi (quantomeno pubblicamente) significava Free the Army, libera l’esercito. Howard voleva che cercassimo di portare lo spettacolo nelle basi militari degli Stati Uniti, tanto nel paese quanto nel Pacifico. L’idea mi parve irresistibile. […] Lo spettacolo intendeva non soltanto sostenere i sentimenti antibellici dei soldati, ma richiamare l’attenzione sui metodi seguiti dall’esercito per disumanizzarli. […] Decidemmo anche di fare un film documentario del tour, e una compagnia chiamata American International accettò di distribuirlo. Oltre a Donald e me, c’erano la cantante Holly Near, la poetessa Pamela Donegan, l’attore Michael Alaimo, il cantante Len Chandler, la cantante Rita Martinson e il comico Paul Mooney. Francine Parker, una produttrice di Hollywood, prese le redini della regia. Quando guardo il film che ne ricavammo, sono colpita da quanto eravamo riusciti a trasformarci in un vero gruppo. Ognuno di noi aveva il proprio a solo, ma nessuno rimaneva in scena più a lungo degli altri. Donald, naturalmente, era la colonna portante. Faceva il presidente Nixon e io ero la sua Pat. […] Quando oggi mi capita di sentir dire che gli attivisti contro la guerra del Vietnam ce l’avevano con i soldati, vorrei potere rimettere in distribuzione quel film. Non era un capolavoro d’arte, non c’era bisogno che lo fosse. Il semplice fatto che dimostrassimo di essere dalla parte dei soldati era importante. Ciò che facevamo era grezzo, inaudito, scandaloso e, nell’ambiente attuale, totalmente impensabile. Ci riuscimmo, perché i soldati avevano maturato ardenti sentimenti antibellici e antimilitaristici ed erano pronti. 

Jane Fonda, La mia vita finora, Mondadori, Milano 2005

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato nel 2020 da Indie Collect con il supporto di Hollywood Foreign Press Association, Jane Fonda, David Zeiger (Displaced Films)