FRANCESCO GIULLARE DI DIO

Roberto Rossellini

Sog.: Roberto Rossellini, dal florilegio I fioretti di san Francesco di Ugolino da Brunforte e dall’agiografia La vita di frate Ginepro (XIV sec.). Scen.: Federico Fellini, Roberto Rossellini, Brunello Rondi, padre Antonio Lisandrini, padre Félix Morlion. F.: Otello Martelli. M.: Jolanda Benvenuti. Scgf.: Virgilio Marchi. Mus.: Renzo Rossellini. Int.: Nazario Gerardi (San Francesco), Aldo Fabrizi (il tiranno Nicolaio), Peparuolo (Giovanni il sempliciotto), Aribella Lemaître (Santa Chiara), Severino Pisacane (frate Ginepro), Giovanni Bellini e Renzo Rossellini (voci narranti). Prod.: Rizzoli e C., Produzione Film Giuseppe Amato. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Francesco giullare di Dio racconta di una confraternita religiosa, quella di San Francesco e dei suoi umili discepoli. Nel film è completamente assente l’approccio serioso che caratterizza la maggior parte dei film religiosi e che per lo spettatore laico è spesso indizio di ipocrisia e finzione. Il titolo è un indizio essenziale. I folli hanno tradizionalmente il diritto di esprimere verità scomode restando impuniti. Qui abbiamo una confraternita che ha portato all’eccesso questo atteggiamento per mettere in luce la commedia della vita. Il tono del film è calibrato tra devozione e comicità, abbracciando sia le condizioni materiali dei fratelli sia i voli più bizzarri del loro spirito. Quando Rossellini spiegò all’unico attore professionista del film, Aldo Fabrizi (il prete coraggioso di Roma, città aperta), la sensazione di gioia e di bontà che aleggiava sul soggetto, l’attore mormorò tra sé: “Questo è completamente pazzo”. La bontà era un tema di particolare interesse per Rossellini. Per lui era un’assurdità, incompatibile con le circostanze sociali e la condizione umana, ma proprio per questo anche un mistero illuminato da una profonda tragedia. Nel contesto del ‘neorealismo storico’ Francesco è uno dei primi film in cui il passato lontano emerge con un’immediatezza che lo rende paragonabile al presente. Noi spettatori abbiamo la sensazione che Roberto Rossellini stia documentando con la sua cinepresa una selezione di ‘fioretti’ dai vagabondaggi di Francesco d’Assisi e dei suoi fratelli. Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini deve tutto all’essenziale intuizione di Rossellini. E per quanto riguarda la struttura di questo film, o la sua commistione di pazzia e devozione, opere come La strada di Federico Fellini, che di Rossellini era stato assistente, hanno probabilmente un debito con il regista. Per lo stesso Rossellini questo fu un importante primo passo verso il ciclo di biografie di grandi uomini intrapreso negli anni Sessanta e nell’ultimo decennio della sua vita, gli anni Settanta. Possiamo solo immaginare con rimpianto quanto più ricca sarebbe stata la storia del cinema se le biografie dei grandi uomini, spesso rigide e inerti, fossero state animate anche solo da una goccia in più della saggezza di Rossellini. Ci troviamo di fronte a un’esperienza rara, a un film immediato, affascinante, saggio, semplice e stratificato, una di quelle opere miracolose che non solo rigenerano la nostra percezione del cinema, ma scuotono la nostra visione del mondo.
Antoisaa elokuvailtaa! Vi auguro una visione appagante!

Peter von Bagh, presentazione televisiva Ennen elokuvaa (Before the Film), TV3 Finland, 24 aprile 1988 (traduzione di Antti Alanen)

 

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