ELDRIDGE CLEAVER
T. alt.: Eldridge Cleaver. Black Panther. Scen., F., M.: William Klein. Int.: Eldridge Cleaver, Kathleen Cleaver. Prod.: L’Office national pour le commerce et l’industrie cinématographique (ONCIC). 16mm. L.: 779 m. D.: 71’. Col, Bn.
Scheda Film
Documentario altamente politico e di grande impatto su Eldridge Cleaver, lo scrittore e attivista politico americano, condannato per stupro, che fu uno dei primi leader dei Black Panther. Al culmine del movimento per i diritti civili, alla fine degli anni Sessanta, il regista e leggendario fotografo William Klein si trovava ad Algeri per girare un documentario sul Festival culturale panafricano (poi uscito con il titolo Le Festival Panafricain d’Alger, vivamente consigliato). Più o meno in quel periodo giunse ad Algeri anche Cleaver, fuggito dagli Stati Uniti dopo essere rimasto coinvolto in una sparatoria nel 1968. Klein colse l’occasione per intervistarlo. Il regista parlò con Cleaver delle sue opinioni politiche, di come mirasse a provocare una rivoluzione globale e ne documentò, en passant, la vita di attivista politico in esilio. Dal punto di vista estetico, Klein prende a modello l’aspetto visivo militante del movimento per i diritti civili e costruisce un film stilizzato e formalmente perfetto che non trova quasi equivalenti nel mondo del documentario.
Karl Wratschko
In un mondo dominato dalla proiezione digitale tendiamo a dimenticare che il cinema è un’arte fotografica. Il supporto filmico, la scelta dell’emulsione e i colori sono infatti al centro del lavoro dei direttori della fotografia. Per girare il suo film su Eldridge Cleaver, il fotografo William Klein scelse di lavorare con l’Ektachrome, un’emulsione invertibile che offre una gamma molto specifica di colori densi. La copia presentata, anch’essa in Ektachrome, sembra ‘fatta a mano’: le didascalie in francese sono state inserite dopo la stampa, i sottotitoli sono stati materialmente impressi sulla copia e sono leggibili indicazioni scritte a mano. Qui, come avviene per le altre arti, abbiamo la sensazione tangibile che il manufatto sia l’opera. Cinémathèque16 conserva questa copia dal 2017, anno in cui ha acquisito la collezione dell’attore francese Gérard Rinaldi (1943-2012); la pellicola è fragile ma i suoi colori non presentano alcun segno di degrado e permettono di vivere appieno l’esperienza cinematografica di questo film politicamente impegnato.
Benoît Carpentier e Naeje Soquer