Easy Street

Charles Chaplin

Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Totheroh. Int.: Charles Chaplin (un vagabondo), Edna Purviance (ragazza dell’Esercito della Salvezza), Eric Campbell (il terrore del quartiere), Albert Austin (pastore/poliziotto), Henry Bergman (l’anarchico), Loyal Underwood (padre prolifico/secondo poliziotto), Janet Miller Sully (moglie dell’uomo prolifico/ visitatrice alla Missione), Charlotte Mineau (la donna ingrata), Tom Wood (capo della polizia), Lloyd Bacon (drogato), Frank J. Coleman (terzo poliziotto), John Rand (visitatore alla Missione/quarto poliziotto). Prod.: Charles Chaplin per Lone Star Mutual. Pri. pro.: 22 gennaio 1917. DCP. 2 bobine/2 reels. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Da: Blackhawk Collection

Per Easy Street Chaplin si fece costruire, al prezzo esorbitante di 10.000 dollari, il suo primo grande set a ‘T’, di cui David Robinson ha rintracciato le origini londinesi in Methley Street, dove Hannah Chaplin visse con i suoi due figli. La configurazione a ‘T’ verrà ricreata anche ai Chaplin Studios, diventando lo spazio per eccellenza della commedia chapliniana, da A Dogs Life a Monsieur Verdoux. Come osserva Francis Bordat, il suo trattamento varierà da un titolo all’altro: “più naturalista in A Dogs Life, più poetico in The Kid, più funzionale in City Lights, più lirico in Modern Times, più teatrale in The Great Dictator, più cupo in Monsieur Verdoux“. È anche grazie a questo set, oltre che a un soggetto decisamente più elaborato rispetto ai film precedenti, che Easy Street riesce a rappresentare in maniera convincente e con potente realismo la vita violenta di un quartiere di città. Violenza inedita per Chaplin, come lo è il ruolo che fa vestire al suo protagonista, per una volta parte dell’ordine costituito, rappresentante delle autorità. Da questo elemento inatteso e contraddittorio, scaturiscono le situazioni più comiche del film.”L’ironia sublime è nell’epilogo – scrive Jean Mitry – le istituzioni, le leggi, i principi morali, i catechisti non erano mai stati derisi con tale sarcastica virulenza. Vengono irrisi con voluttà coloro che credono di mantenere l’umanità nella retta via con i versetti della Bibbia e la paura della polizia. E anche i ‘buoni sentimenti’ improvvisamente sbocciati sotto il roseto benefico di un sorriso o di una benedizione”.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2012 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates