VAMPIR-CUADECUC
Scen.: Joan Brossa, Pere Portabella. F.: Manel Esteban. M.: Miguel Bonastre. Scgf.: Joan Enric Lahosa. Mus.: Carles Santos. Int.: Christopher Lee (conte Dracula / se stesso), Herbert Lom (professor Van Helsing / se stesso), Soledad Miranda (Lucy Westenra / se stessa), Jack Taylor (Quincey Morris / se stesso), Paul Muller (Dottor Seward / se stesso), Maria Rohm (Mina Murray / se stessa), Fred Williams (Jonathan Harker / se stesso), Jesús Franco (il servo di Van Helsing). Prod.: Pere Portabella per Films 59. DCP.
Scheda Film
Il termine jazz non piaceva a Duke Ellington, che per definire i vari tipi di composizioni musicali preferiva invece l’espressione “oltre ogni categoria”. Questo ipnotico tour de force audiovisivo del regista catalano Portabella, che gioca con il cinema sperimentale, l’underground, il documentario, il making-of e perfino il cinema di finzione, eludendoli con astuzia, è strettamente ellingtoniano nel suo sfuggire alle categorie. Jesús Franco, regista spagnolo di genere, stava lavorando a uno dei suoi film horror più costosi (El conde Dracula), con Christopher Lee, quando Portabella, che era presente sul set, filmò a sua volta quanto accadeva. Vampir è un film sulla costruzione delle immagini (con falsa nebbia e false ragnatele) e sul Dracula di Bram Stoker. È ben più sinistro e inquietante non solo del film di Franco, ma di tutti i film successivi a Vampyr di Dreyer. È anche un film ricco di metafore politiche, essendo stato girato in epoca franchista. Celebre per aver prodotto opere importanti e a rischio di censura, da Los golfos (I monelli) di Carlos Saura a El cochecito di Marco Ferreri (anch’esso presente in questa edizione del festival) e a Viridiana di Luis Buñuel, Portabella girò nel 1967 il suo primo film, al quale seguirono otto lungometraggi e molti corti. Fino alla morte di Franco i suoi film furono girati e proiettati clandestinamente; in seguito Portabella si diede alla politica e fu eletto senatore. Autentico erede di Murnau, Portabella girò il film su pellicola bianco e nero 16mm, lasciando che le immagini di Vampir sbiadissero e sprofondassero nella completa oscurità. Le immagini ad alto contrasto sono accompagnate da musica elettronica, drone music, opera, muzak, nonché da misteriosi effetti sonori e distorsioni, in cui il regista percepisce i bisbigli della rivelazione. Il solo parlato è quello che si sente alla fine, quando Lee legge ad alta voce dal romanzo di Stoker la scena della morte di Dracula. Cuadecuc, in catalano letteralmente ‘coda di verme’, si riferisce all’estremità finale e non esposta di un rullo di pellicola, dove è contenuto l’elemento invisibile – il portatore della verità. Questo capolavoro rivoluzionario è composto interamente da quel cuadecuc.
Ehsan Khoshbakht