CAROSELLO CHE PASSIONE!

Luciano Emmer

Seconda puntata: Ma chi l’ha ucciso? Curatore programma: Guido Levi. F.: Elio Bisignani, Domenico Ciampanella, Roberto Romei. M.: Cesare d’Amico. Prod.: Rai. File HD. D.: 50’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Risentire oggi la voce di Luciano Emmer che introduce i suoi stessi caroselli o intervista i grandi maestri della pubblicità è qualcosa di assolutamente eccezionale. Perché Emmer, quando gira e monta per la Rai Carosello, che passione!, documentario in due parti di cinquanta minuti l’una, in onda su Rai 1 il 26 gennaio e il 2 febbraio del 1977 alle 20.40, sulle origini e la fine del celebre programma, è l’uomo che forse meglio lo conosce e lo ha attraversato tutto. Ed è pure l’uomo che deve ‘terminarlo’, con un film-ricordo, girato in bianco e nero mentre la tv si colora. Carosello scompare alla fine del 1976 lasciando il posto a un non-appuntamento, definito nei bollettini della Sacis del tempo “Spazio F”. Uno spazio, insomma, al posto dell’allegro appuntamento che aveva cullato centinaia e centinaia di ragazzini italiani per vent’anni. Emmer non ha nessun tono nostalgico nel raccontare la lunga storia del programma. Lo fa in maniera quasi scientifica. La prima parte è dedicata a Gli anni ruggenti, la seconda a Chi l’ha ucciso?. Emmer si sente parte sia di quelli che lo hanno fatto nascere e crescere tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta sia di quelli che non tanto lo vogliono uccidere, ma cercano di stare al passo col cambiamento della tv e della pubblicità tra la fine del 1977 e l’inizio del 1978. Sono anni difficili, di grandi rivoluzioni sotto tutti i punti di vista. Emmer non può chiudersi, non lo ha mai fatto, nella nostalgia dei bei tempi carosellistici, ma non può neanche abbandonare, senza dir nulla, un programma che ha seguito per vent’anni, che conosce perfettamente. Come conosce perfettamente i tanti uomini dello spettacolo, dell’industria e della pubblicità che ne hanno fatto parte. Anche se la sua bella voce, assolutamente senza toni lacrimosi, è quella che mette in scena per i suoi grandi documentari, sentiamo quanta passione ha messo sia in Carosello sia in questo documentario che lo celebra e lo conclude. Rivisto oggi è un documento clamoroso e commovente, pieno di interviste strepitose e di filmati introvabili.

Marco Giusti

 

Approfondimento su Cinefilia Ritrovata

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