CAFÉ ELECTRIC
Sog.: dalla pièce Die Liebesbörse di Felix Fischer. Scen.: Jacques Bachrach. F., M.: Hans Androschin. Scgf.:
Artur Berger. Int.: Willi Forst (Ferdl), Marlene Dietrich (Erni Göttlinger), Fritz Alberti (Göttlinger, padre di Erni),
Anny Coty (amica di Göttlinger), Igo Sym (Max Stöger), Nina Vanna (Hansi), Vera Salvotti (Paula), Wilhelm
Völcker (dottor Lehner), Albert von Kersten (signor Zerner). Prod.: Alexander Graf Kolowrat per Sascha
FilmIndustrie AG. DCP. Bn.
Scheda Film
Nel 1925 Marlene Dietrich ottenne un accordo matrimoniale che le permetteva di “guadagnare soldi” malgrado avesse un marito, Rudolf Sieber, e una figlia, Maria, nata nel 1924. La bimba fu affidata alla madre di Dietrich, Josefine von Losch. Dopo brevi apparizioni in produzioni cinematografiche berlinesi, nel 1927 Dietrich interpretò piccoli ruoli a Vienna, a cominciare da quello della ballerina Ruby nello spettacolo Broadway ai Wiener Kammerspiele. Fu qui che incontrò Willi Forst, che nonostante le obiezioni della produzione riuscì a ottenere per l’attrice, ancora sostanzialmente sconosciuta, una parte nella versione cinematografica di Café Electric, diretta da Gustav Ucicky.
Il film, infatti, è tratto da un successo teatrale di Felix Fischer, Die Liebesbörse. Al centro della trama c’è il ladro e magnaccia Ferdl (Forst), che seduce non solo la giovane Hansi (Nina Vanna) ma anche la ricca e influente Erni Göttlinger (Dietrich), che per Ferdl deruba perfino il padre, l’industriale Göttlinger. Anche il dipendente di questi, Max Stöger (Igo Sym), finisce invischiato nelle macchinazioni criminali.
Forst, in particolare, brilla nel ruolo del criminale depravato e privo di scrupoli. Con la sua interpretazione di Erni, seducente ragazza di buona famiglia, Dietrich si fece notare più dell’attrice protagonista Nina Vanna. Si imbarcò in una relazione con Forst e conservò la ‘sega musicale’ regalatale dall’attore polacco Igo Sym, che le aveva insegnato a suonarla: la portò poi con sé sui set cinematografici e la usò negli spettacoli per intrattenere le truppe. Lo strumento è oggi conservato tra gli oggetti lasciati dall’attrice.
Silke Ronneburg