AMMA ARIYAN
T. int.: Report to Mother. F.: Venu. M.: Beena Paul. Mus.: Sunitha. Int.: Joy Mathew (Purushan), Kunhulakshmi Amma (la madre di Purushan), Harinarayan (Hari), Maji Venkitesh (Paru), Nilambur Balan, Itingal Narayani, Nazim, Ramachandran Mokeri, Kallai Balan, Thomas, Venu C. Menon. Prod.: Odessa Movies. Bn.
Scheda Film
Nel cinema malayalam lo sviluppo di cooperative cinematografiche, in particolare la Chitralekha in Kerala, condusse alla nascita di una nuova generazione di registi che realizzava film a basso costo spesso girati in esterni. Amma Ariyan appartiene alla seconda ondata del cinema malayalam ed è indubbiamente uno dei film politici più compiuti e complessi del Parallel Cinema. La vicenda si snoda sullo sfondo di un Kerala dominato dal retaggio naxalita, in un’epoca in cui le nuove generazioni guardavano con spirito critico alle conseguenze dell’estremismo politico.
Uno di questi giovani è Purushan (Joy Mathew), un signor nessuno barbuto e introverso. Purushan si sta recando a Delhi quando vede il corpo senza vita di Hari, suonatore di tabla e attivista naxalita. Inizia così il suo viaggio per comunicare alla madre di Hari la morte del figlio. La trama, libera da una vera struttura, si articola attorno a una serie di storie narrate dal punto di vista dei personaggi che Purushan incontra strada facendo.
John Abraham girò solo quattro film prima della morte avvenuta nel 1987. Proveniente da una famiglia tradizionale del ceto medio, iniziò a guardare film a quindici anni. Entrato al Pune Film Institute nel 1965, divenne poi assistente di Mani Kaul sul set di Uski Roti (1969), esperienza per lui determinante. Forse il segno più profondo lasciato da Abraham non furono i suoi film ma il collettivo Odessa Movies, che contribuì a fondare nel 1984 e che proponeva un cinema alternativo a quello commerciale. Amma Ariyan fu finanziato grazie ai titoli 16mm distribuiti dal collettivo, che faceva pagare agli spettatori dieci rupie per ogni proiezione. Evidente nel film l’influenza di esperienze internazionali, in particolare del Terzo Cinema latino-americano, soprattutto nelle sorprendenti riprese a mano e in stile documentaristico che richiamano Soy Cuba (1964) di Kalatozov. In sostanza, Amma Ariyan costituisce una testimonianza storica non ufficiale sulla resistenza, l’ingiustizia e il dissenso, mentre il potente simbolismo junghiano della madre rimanda all’opera iconoclasta di Ritwik Ghatak.
Omar Ahmed
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