ALL THAT MONEY CAN BUY aka The Devil & Daniel Webster

William Dieterle

T.alt.: The Devil and Daniel Webster. Sog.: dal racconto The Devil and Daniel Webster (1936) di Stephen Vincent Benét. Scen.: Dan Totheroh, Stephen Vincent Benét. F.: Joseph August. M.: Robert Wise. Scgf.: Van Nest Polglase. Mus.: Bernard Herrmann. Int.: Edward Arnold (Daniel Webster), Walter Huston (Mr. Scratch), Jane Darwell (Ma Stone), Simone Simon (Belle), Gene Lockhart (Slossum), John Qualen (Stevens), H.B. Warner (giudice Hawthorne), Frank Conlan (sceriffo), Lindy Wade (Daniel Stone), George Cleveland (Cy Bibber). Prod.: William Dieterle per RKO RadioPictures. DCP. D.: 107’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

All That Money Can Buy segna l’apice dello stile Murnau in Dieterle. […] Lo stile del film di Dieterle è un consapevole prolungamento di quello di Murnau, nel quale trova i propri punti di riferimento. Ancora una volta il regista realizza una fusione sintetica. Molte scene rurali di All That Money Can Buy ricordano la campagna di Aurora e di altri melodrammi americani di simile ispirazione, come La stella dellafortuna di Frank Borzage. Da un lato, la stessa illuminazione barocca, lo stesso gusto per le scenografie da teatro di posa, per i cieli dipinti, per le colline spigolose; dall’altro, la stessa comprensione del folklore rurale americano, del tall tale e dei dettagli pittoreschi. […]
Il lavoro di Welles su Quarto potere è stato talvolta paragonato a quello di Dieterle su questo Faust americano. Il paragone è facilitato dallapresenza nei titoli di testa di molti collaboratori di Welles, tutti professionisti della RKO (Robert Wise, Bernard Herrmann, Van NestPolglase, Vernon Walker…). Se l’influenza di Welles è effettivamente possibile, o addirittura concreta, la forma frammentata e la complessa narrazione scelte da Dieterle sono solo sue. È nuovamente una fusione di figure eterogenee, un fantastico leggendario (Faust e il Diavolo) sorretto da un’immagine stilizzata, distorta, barocca; il realismo rurale dell’‘Americana’; e un romanzesco alla Dickens attraversato, come in Welles, da folgoranti ellissi temporali e da violente transizioni.
Il film si conclude con un ritorno al politico e al sociale. La figura di Daniel Webster trascina il film verso la celebrazione dei valori democratici americani. Mentre il Diavolo (l’istrionico Walter Huston) ci ricorda che è presente su tutti i fronti, in qualsiasi paese. Dieterlesottolinea il pericolo nazista e ogni altra minaccia fascista o antidemocratica. E ne ricava una forma, l’uso di effetti di straniamento in cui il Diavolo si rivela a più riprese come il regista delle sequenze cui assiste lo spettatore. Nell’ultima inquadratura, alla ricerca di unanuova vittima, Mefisto (chiamato Mr. Scratch) si rivolge… allo spettatore. Finale tragicamente profetico per un’America presto prigioniera del maccartismo e per un regista che ne sarebbe stato vittima.

Pierre Berthomieu, “Positif ”, n. 496, giugno 2002

Copia proveniente da

Restaurato da UCLA Film & Television Archive e The Film Foundation in collaborazione con Janus Films, MoMA – The Museum of Modern Art e Library of Congress con il sostegno di Hobson/ Lucas Family Foundation